L’intimità nell’arte di Elisa Rossi

Comincia ufficialmente la prima settimana di mostra per la nuova esposizione ospitata da Mirror.

Oltre alle foto troverete il testo critico scritto da Elisa Mozzelin. Buona lettura!

“Libertà ed eroticità nelle tele di Elisa Rossi

di Elisa Mozzelin

La pittura di Elisa Rossi non si occupa di ricostruire degli aneddoti, ma si impegna a costruire fatti pittorici

: non tenta, infatti, di riproporre in maniera pedantesca il mondo, ma di creare un universo autosufficiente. Nei suoi lavori esiste la possibilità istantanea di isolarsi dalla meccanicità quotidiana e la particolarità dei suoi personaggi è quella di riuscire a dar vita ad una dicotomia tra forma pura e realtà. Le sue figure sono rappresentate con precisione iperrealistica, ma il loro significato, più che un elogio della scrupolosità tecnica moderna, sembra voler essere una denuncia della stilizzata libertà contemporanea. Le sottili pennellate dell’autrice sono un tentativo di evasione dei soggetti rappresentati, evocandone la possibilità di costituirsi in una dimensione di pura forma, dove si annulla la pesantezza della giornata appena trascorsa, del riscontro reale. L’immobilità costretta dalla pittura è in realtà calcata azione: le donne di Elisa si spogliano degli orpelli che quotidianamente devono indossare: non appartengono più ad una stretta categorizzazione concettuale. Nella dimensione puramente formale che si viene a modellare il tempo esiste solo come estensione dello spazio occupato dai soggetti che finalmente si prendono cura di sé. La solitudine li caratterizza, ma è un sentimento positivo, un’armonia intrisa di intimità: le donne raffigurate sono racchiuse in spazi ristretti, ma  domestici e familiari: rappresentano la garanzia che il mondo sta lì fuori e per assurdo vivono racchiuse nell’unica finestra di libertà che gli è concessa. 

La nudità è qui un ossimoro, è l’anti-nudo par excellence. Non c’è spazio per un riferimento sessuale, vi si può piuttosto rintracciare un’eroticità primordiale: quella del piacere smarrito della libertà, della repressione operata sul Soggetto dalle redini della Civiltà

Ecco che i corpi di Elisa prendono vita scivolando dolcemente dalle fibre del pennello: essi possiedono tutta la lentezza di un’ansia immobile e dopo tanto tempo sembra che possano concedersi un riposo. Le donne di Elisa sono finalmente serene: coperte, ma soprattutto protette, dalla fissità materiale dell’olio su tela.”

https://www.facebook.com/mirrorvicenza