Passeggiata effimera

La galleria libreria Mirror di Vicenza valica le proprie mura con un evento che porta l’arte a invadere la città. Alcuni tra i principali luoghi del centro storico saranno lo sfondo che vedrà una semplice passeggiata tingersi di note eccezionali grazie agli abiti dell’artista Elvezia Allari.
In una realtà frenetica e veloce come quella odierna, si perdono i piaceri legati alle piccole cose: il senso di queste si va sbiadendo e si opacizza il valore di quelle azioni care che accompagnano e scandiscono il nostro ritmo interiore. Accantoniamo la nostra essenza e perdiamo lo stupore per la bellezza che ci circonda, per i gesti puri e privi di un immediato ritorno in termini di utilità. La forza e le qualità racchiuse nell’arte possono entrare in nostro soccorso, offrendo visioni altre e occasioni per recuperare la gioia per la semplicità e la capacità di lasciarci stupire. Vestendo gli abiti particolari e allo stesso tempo lievi e leggeri dell’artista vicentina, alcune ragazze passeggeranno per il centro storico della città: il loro passaggio segnerà i luoghi focali che diventeranno scenari di un’esperienza autentica e inedita, un’ entrata nel cuore di Vicenza che sarà definita dal battito unico dell’arte, senza tralasciare la ricerca del contatto con i passanti. L’arte e la sua aura travolgono il complesso cittadino, si fondono e confondono con la vita con cui possiedono un legame delicato e indissolubile. Gli abiti sorprendenti, impossibili, delicati e densi di contenuti di Elvezia Allari, saranno il mezzo con cui si cercherà di recuperare il senso del passeggiare, un’azione quasi dimenticata e apparentemente banale, ma eccezionale e essenziale nel suo essere fonte di pensieri e sorgente di idee, leggera e disimpegnata, un respiro dai pesi che ci avvinghiano.
Dopo la preparazione in galleria e la vestizione con abiti, tiare magnifiche e monili fantastici, la passeggiata avrà inizio da Mirror alle ore 19.00. Da qui si svolgerà un percorso che vedrà le ragazze toccare punti come il Teatro Olimpico e la Basilica Palladiana. Presso L’idea di Amatori M.Luisa situato in Piazza dei Signori, sarà esposto un vestito scultura dell’artista, mentre presso Pane quotidiano, nella vicina Piazza delle Erbe, si potranno assaporare i prodotti offerti e gustare la presenza di una modella vestita di un abito di pane, creazione sempre della Allari. Procedendo per le vie e ricongiungendosi con corso Palladio, ci si spingerà fino a Piazza Castello. Dopo essersi perse e aver vagato tra le vie splendide della città, si ritornerà presso Mirror dove la serata si caricherà delle sonorità di dj Mustache, in collaborazione con Osteria Pitanta, fino alle 22.

https://facebook.com/Mustache-473970452769770/?fref=ts

Ognuno è invitato a partecipare e lasciarsi coinvolgere e attrarre dal movimento, sperimentando un contatto tra quotidianità e arte che permetterà di spiccare lievemente il volo verso dimensioni e azioni che appaiono accantonate.

Evento a cura di Eleonora Ambrosini

Elvezia Allari, artista di fama nazionale e internazionale, dopo aver frequentato i corsi della sezione ceramica presso l’Istituto d’Arte “G. Fabris” di Nove (Bassano del Grappa, Vicenza), ottiene il diploma di Restauro Architettonico per pietra e affresco all’ENGIM di Vicenza. Un sorprendente percorso che la vede coinvolta come modella per gli atelier artistici e impegnata poi nella progettazione e creazione di scenografie, la condurranno via via a formare uno stile personale e distintivo, fornendole lo slancio per abbracciare unicamente l’arte e la sua opera in cui l’analisi sul corpo e sull’essenza dell’essere si intrecciano con l’utilizzo di materiali naturali e deperibili: dagli elementi tratti dall’universo floreale e vegetale, fino al pane, a materiali come la carta, il silicone e il ferro cotto e battuto. Tra le creazioni di maggiore importanza si ricordano A passeggio con la mia poesia, Briciole di passione, Abito qualsiasi frammento di città, una visione europea di Europa unita e le ultime opere tratte da Nobiltà…contemporanee.

http://www.elvezia-allari.it/
https://facebook.com/Elvezia-Allari-778029928948060/

L’idea di Amatoriwww.amatori.it/

Pane quotidiano: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwj87u77-_TNAhUEPhQKHQjYAgUQFggcMAA&url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FPaneQuotidianoVicenza%2F&usg=AFQjCNEZP5wRmtAyHJqmhpA_IHNbTjlKZg&sig2=YfKhs40wf8-pMV-dkhClOQ

Riflessi d’estate

Il nostro specchio riflette una serie di incontri vivacizzanti negli spazi di Mirror in simbiosi con Ost. Pitanta

RIFLESSO 1: venerdi 08/07
18.30: vernissage ” Apparentemente Astratto” mostra personale di Arianna Ellero
https://www.facebook.com/events/1811818492381395/
19-22: dj set eclettico di Erik Starostin (Tsement)
https://www.facebook.com/Erik-Stratosferik-156132104498634/
https://soundcloud.com/erikstratosferik

RIFLESSO 2: giovedi 21/07
18.00: pomeriggio dedicato alla video arte con proiezioni di Silvia Maggi
http://www.silviamaggi.com/index.html

RIFLESSO 3: venerdì 22/07
18.30: “Passeggiata Effimera” di Elvezia Allari a cura di Eleonora Ambrosini
http://www.elvezia-allari.it/
19-22: dj set a 360° di Mustache
https://www.facebook.com/Mustache-473970452769770/?fref=ts

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ResidenzAmbiente

Associazione culturale ARTuro, Galleria Mirror e Festambiente Vicenza, in collaborazione con Coop. Insieme e VAM, seleziona artisti per un progetto di riciclo creativo.

Uno dei sintomi della società e dello stile di vita odierno si vede quantificato nel volume di rifiuti che ogni giorno la comunità produce. Produciamo “scarto” con la maggior parte delle nostre azioni quotidiane, dalla più piccola alla più grande, dal semplice scartare una caramella alle mansioni di cui ci occupiamo.

Il tema dei rifiuti è al centro di una serie di ragionamenti, quesiti, interessi: la loro produzione e gestione, il loro recupero e smaltimento sollecitano tutti i soggetti coinvolti, compresa la cittadinanza, a farsene carico attivamente e ad accrescere la sensibilità e la responsabilità ambientale. Riuso e riciclo sono i canali migliori per perseguire la riduzione del rifiuto, ed insistere in tal senso risulta ancora necessario; ancor di più è importante la sensibilizzazione nel caso di rifiuti che non possono accedere a questi circuiti, materiali che rischiano di giacere per anni in attesa di pratiche e tecnologie che trovino il modo di renderli nuovamente utili.

Per questo l’Associazione Culturale ARTuro, dopo la bella e significativa esperienza di residenza artistica presso l’isola veneziana di Pellestrina del 2015, vuole anche quest’anno replicare. Non più isole marine ma isole ecologiche, dunque, per il recupero di materiali “rifiutati” ed una restituzione alla cittadinanza nell’ambito di una delle principali manifestazioni ambientali vicentine, Festambiente Vicenza che da anni celebra la natura e il rimanere in armonia con essa.

La call artistica, in questa logica, è un invito alla creazione di opere uniche con materiali recuperati ed alla condivisione di quanto prodotto con la città.
Lo scarto della comunità diventerà la materia prima, e quindi risorsa, messa a disposizione degli artisti selezionati da chi per mission se ne occupa: da Valore Ambiente di AIM, titolare degli ecocentri comunali e da Cooperativa Insieme che in collaborazione con VA gestisce il più grande ecocentro della città di Vicenza, la Ricicleria Ovest.

Nello spirito dell’edizione precedente, anche quest’anno gli artisti partecipanti condivideranno non solo lo spazio di realizzazione delle opere ma anche la quotidianità, coabitando nello stesso luogo messo a disposizione dall’organizzazione per favorire collaborazione e visione ambientale.
Per la realizzazione delle opere gli artisti selezionati avranno a disposizione quattro giorni (dal 2 al 5 giugno 2016) presso la sede della residenza individuata dagli organizzatori nel comune di Torreselle di Isola Vicentina; le opere verranno esposte in occasione di Festambiente Vicenza 2016, giunta alla sua 15esima edizione, che si terrà dal 14 al 19 giugno presso Parco Retrone di Vicenza.

La scelta degli artisti seguirà due criteri: alcuni scelti direttamente dagli organizzatori, altri invece selezionati tramite un open call destinata a giovani che hanno voglia di mettersi in gioco e vivere un’esperienza di co – abitazione e di co – creazione artistica ed ecologica.

Al termine della manifestazione Festambiente, Spazio Nadir e Galleria Libreria Mirror, entrambe con sede a Vicenza, ospiteranno le opere presso i propri spazi espositivi.

LA “OPEN CALL”: come candidarsi

La Call è riservata ad artisti ambo i sessi di età compresa tra i 18 e 30.

Saranno prese in considerazione anche le candidature provenienti da giovani, non necessariamente che abbiamo intrapreso studi artistici, che hanno voglia di mettere le proprie conoscenze, passione e sensibilità ambientale al servizio dell’iniziativa.

Gli interessati potranno inviare esempi del proprio lavoro ai seguenti indirizzi mail: mirrorvicenza@gmail.com e info@spazionadir.it

L’invio dei lavori deve pervenire entro e non oltre venerdì 14 maggio 2016.
La mail dovrà avere come oggetto SELEZIONE Open Call ResidenzAmbiente L’esito delle selezioni verrà comunicata entro il 21 maggio 2016

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Illustratore italiano si presenta

Titolo: Illustratore Italiano si presenta

Presentatori: Maria La Duca, Filippo La Duca , Alessandro Carboni, Elena Gusperti  per Illustratore Italiano.

Artisti: Marina Marcolin e Chiara Bettega

Presentazione/ Inaugurazione sabato 2 aprile 2016  ore 18.00 (-6 aprile 2016)

Orari: domenica  e lunedì mattina chiuso

 Lunedì 16-19.30 , martedì – sabato 10- 12.30 / 16 – 19.30

Evento di presentazione Illustratore italiano e personali Marina Marcolin  e Chiara Bettega.

La galleria libreria Mirror di Vicenza riapre le sue porte in grande stile, proponendo un evento dedicato al mondo dell’Illustrazione.  Lo spazio ospiterà la presentazione della rivista Illustrazione Italiano con  il concorso del suo team al completo e l’esposizione di alcuni lavori delle illustratrici Marina Marcolin e Chiara Bettega.

Illustratore Italiano è la prima rivista indipendente dedicata interamente all’universo del disegno e dei disegnatori italiani,  un magazine capace di imporsi come nuovo faro nella giungla dell’Illustrazione made in Italy. Un progetto ideato da Maria La Duca che è progredito e ha preso forma grazie ad un team composto da Filippo La Duca (progettazione grafica), Alessandro Carboni( direzione editoriale) e Elena Gusperti            ( traduzioni). Un traguardo quello della pubblicazione del primo numero nel marzo 2016,  ma pure il punto d’inizio di questa avventura editoriale.

In questa serata, saremmo guidati all’interno dei sogni di questi giovani appassionati, nel cuore del loro progetto e saremmo accompagnati tra le pagine del primo numero.

Ad ambientare la presentazione ,ci saranno le illustrazioni della nota artista Marina Marcolin, estrapolate dal reportage presente nella rivista:  un racconto per immagini che il sentimento dell’artista ha racimolato passeggiando tra i luoghi a lei familiari dei colli vicentini.

Oltre l’opera della Marcolin, artista presente nel primo numero del magazine, Mirror propone alcuni dei lavori di Chiara Bettega, giovane e talentuosa illustratrice, la cui passione  si esprime in immagini semplici ma estremamente loquaci, frutto del suo intuito acuto e sognante.

Entrambe le illustratrici saranno presenti all’evento e disponibili per chiunque volesse approfondire ciò che sta sotto le loro opere. Le illustrazioni saranno inoltre visibili fino al 6 aprile con i consueti orari della galleria e l’apertura straordinaria di lunedì dalle 16 alle 19.30

Da Mirror, sarà possibile acquistare la rivista Illustratore Italiano.

Ingresso libero

mirrorvicenza.wordpress.com

ILLUSTRATORE ITALIANO nasce nel 2014 con una pagina Facebook fatta per riunire quelle che sono le novità e i momenti di spicco all’interno dell’universo del disegno. Velocemente, fiorisce  una community  che porta Illustratore Italiano a crescere, prefiggendosi un nuovo obiettivo: dar vita ad un progetto editoriale che raccontasse una professione che sta assumendo un certo rilievo nel nostro Paese e  fornisse informazioni attorno al lavoro dell’illustratore, ritrovando il proprio pubblico  negli amatori e nei professionisti di tale settore, ma pure di quelli che gli sono satelliti (editoria, cinema, design,comunicazione). Nell’estate 2015 si attiva il blogzine  illustratoreitaliano.wordpress.com, spazio ricco di rubriche a cura degli illustratori, approfondimenti che sono frutto del lavoro della redazione e un’agenda attenta agli appuntamenti clou di questo mondo.  Il tutto in doppia lingua, italiano e inglese, serbando un posto di riguardo alle nuove generazioni e proposte.  A  marzo 2016 il progetto prende forma in un magazine dall’uscita trimestrale e bilingue (ita/en). I paesaggi italiani saranno spunto per i reportage che verranno elaborati da autori selezionati che saranno presenti nei numeri delle riviste, accompagnati da approfondimenti inerenti le varie materie in cui il disegno si trova applicato.

La squadra attuale si compone da Maria La Duca, Filippo La Duca (progettazione grafica), Alessandro Carboni( direzione editoriale) Elena Gusperti ( traduzioni).

illustratoreitaliano.wordpress.com

facebook.com/illustratoreitaliano

MARINA MARCOLIN nasce a Vicenza nel 1975. Lavora come illustratrice e artista per case editrici nazionali e internazionali e per gallerie d’arte.  Attualmente vive e lavora ad Arcugnano, circondata dalla natura e godendo della vicinanza del lago di Fimon.

Con le sue illustrazioni ha partecipato a esposizioni, sia personali che collettive, in Italia e all’estero. All’estero la sua opera è stata presente negli Stati Uniti, in Giappone all’Itabashi Art Museum e all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, al Gazi Museum di Atene, alla Biennale di Bratislava.In Italia i suoi lavori sono stati esposti durante la Mostra Internazionale “BolognaChildren’s Book Fair”, presso la Casa dei Carraresi a Treviso, al Palazzo delle Esposizioni a Roma e al Museo della Carta di Fabriano.

A Vicenza la sua opera è stata una delle protagoniste della Biennale di illustrazione Illustri  e in diverse  occasioni  l’artista  ha esposto presso Laboratorio 09.

www.marinamarcolin.com

CHIARA BETTEGA nasce ad Arzignano (VI) nel 1994. Dopo aver frequentato il Liceo artistico A. Martini, si iscrive al corso di laurea in Design della comunicazione visiva presso l’università IUAV di Venezia.

FB dell’illustratrice

Ha preso parte a esposizioni collettive e personali, tra cui: Squarciagola Rockfest , la collettiva “Skin” al C.S. Bocciodromo di Vicenza, al Musicalonte , presso Caffetteria Giardino Bistrot  e Jack The Ripper Pub .

 

Evento a cura di Eleonora Ambrosini

ILLUSTRATORE IMM

Baga Biga Higa

Davanti alla legge sta un guardiano. Un uomo di campagna viene da questo guardiano e gli chiede il permesso di accedere alla legge. Ma il guardiano gli risponde che per il momento non glielo può consentire. L’uomo dopo aver riflettuto chiede se più tardi gli sarà possibile. «Può darsi,» dice il guardiano, «ma adesso no.» Poiché la porta di ingresso alla legge è aperta come sempre e il guardiano si scosta un po’, l’uomo si china per dare, dalla porta, un’occhiata nell’interno.
Il guardiano, vedendolo, si mette a ridere, poi dice: «Se ti attira tanto, prova a entrare ad onta del mio divieto. Ma bada: io sono potente. E sono solo l’ultimo dei guardiani…..
“Davanti alla legge”,Franz Kafka

Giovedì 21 gennaio alle ore 20.30 presso la Galleria Libreria Mirror  si svolgerà una serata organizzata con l’Associazione Culturale Carta Blanche

Manuela Carretta danzatrice e coreografa proporrà al pubblico lo spettacolo Baga Biga Higa in cui il flamenco dialoga con il testo “Davanti alla legge” di Frank Kafka, girato sul Monte Ulia, a San Sebastian in Spagna è presentato in Italia in prima assoluta. Il racconto danzato esprime la paura e le incertezze dell’ uomo davanti al diritto di vivere e di usare la propria libertà. L’

La danza e la coreografa sono a cura di  Manuela Carretta con la drammaturgia di Juan Gorostidi. Le
musiche di Iñaki Salvador, Mikel Laboa, José Sanchez y Francisco Contreras “Niño de Elche”
Video e foto di Irati Gorostidi
Tempo di esecuzione 30’ al quale seguirà un dibattito e un brindisi finale.

Ingresso con tessera dell’Associazione Carta Blanche (che può essere sottoscritta prima dello spettacolo) oppure contributo di 7 euro

MANUELA CARRETTA

Manuela Carretta inizia i suoi studi con la danza contemporanea jazz e classica, avvicinandosi al Flamenco nel1992, quando comincia il soggiorno a Londra, che du

rerà sei anni. Si interessa di teatro danza e teatro danza balinese, danza indiana Bharata Natyam e danza africana danza contemporanea. In Spagna frequenta l’Academia De Baile Amor de Dios soggiornando diversi mesi a Madrid. Frequenta seminari a Cadice San Fernando a Sanlucar , a Jerez de la Frontera. In Italia frequenta seminari con artisti spagnoli ed italiani.

Ha al suo attivo numerose collaborazioni artistiche con compagnie di Flamenco tradizionale, con cui realizza spettacoli in tutta Italia. Nel 2002 partecipa ad un tour di un mese in Giappone (Compagnia Alborea di Mara Terzi) e nel 2004 a Honk Kong (con i maestri Luca e Michela Cestaro). Ha ballato in diversi importanti festival italiani, tra i quali: Museo Peggy Guggenheim Collection (Ve), Festival Internazionale Chitarristico di Mottola (Taranto, 2000), Veneto jazz (2003-2004), Concerti in Villa (Villa Cantarella Noventa Vicentina), Euromeet Jazz Festivals (2003-2004), XXII Festival di Villa Faraldi Sestante (2005), XIII Festival Chitarristico di Voghera. A Torino si propone con Giancarlo Mellano Compadres per Assemblea Teatro. Tra le altre collaborazioni si annovera quella con Arteven.

Ha collaborato con Michele Pucci e Frank De Franceschi, facendo parte della compagnia “Mimbrales”. Nel 2008 inizia la collaborazione con la danzatrice di flamenco Elisabetta Mascitelli, con la quale fonda nel 2009 il gruppo stabile unYdos, che propone tre spettacoli: TrianTrian, Cante del alma e Barbablù-La camera di sangue (quest’ultimo indaga il flamenco in chiave teatrale).

Insegna da vent’anni in varie scuole di danza del Veneto e del Friuli. Si dedica alla realizzazione di laboratori in cui alterna all’insegnamento della tecnica flamenco lo sviluppo dell’improvvisazione. Ha ideato e realizzato progetti educativi nelle scuole primarie utilizzando il flamenco come mezzo per un corretto rapporto con il ritmo.

Si dedica con il videomaker Fiorenzo Zancan a progetti cinematografici con la realizzazione di cortometraggi. Partecipa e viene selezionata al Festival di cortometraggi e documentari sul Flamenco (FFLAC) di Madrid nel 2011. Nell’occasione riceve una menzione speciale per i quattro progetti audiovisivi proposti, tra i quali una istallazione. Il cortometraggio Orreaga viene riproposto all’interno del Festival a Rio De Janeiro, San Paulo e Brasilia e al Museo del baile a Siviglia nel 2012.

Danza nel 2014 a San Sebastian nel Teatro Eugenia Victoria, e a Guernica, in occasione dell’anniversario del bombardamento del 1937, nel bunker Astra, presentando l’ultimo video girato nella ex centrale nucleare di Lemoiz, nei Paesi Baschi. (Aprile 2015 viene sel

ezionato al Festival Cinedans ad Amsterdam) Segue: Baga Biga Higa, girato sul Monte Ulia, a San Sebastian. Produzione: Cattedra Mikel Laboa, Juan Gorostidi. Video artista: Irati Gorostidi.

Nel 2014 con l’attrice Giulia Baldassari si esibisce in una performance all’interno del Teatro Rivoli a Valdagno (VI), teatro che è stato chiuso nel 1981. Nel dicembre 2015 è artista invitata al XV Festival del Cante al Teatro Principal di San Sebastiàn con: Baga Biga Higa Ante la ley, con voce narrante di Francisco Contreras.

Nel 2015 collabora con Le OnDeTeatro di Venezia con lo spettacolo Memento partecipando al festival delle Arti Giudecca Sacca Fisola (VE)

Fotografie scattate all’interno del bunker Astra a Giernika

Terra di aspra bellezza – Utta a fa’ jornu c’a notti è fatta

La storia della letteratura ci ha fatto conoscere instancabili viaggiatori che in ogni epoca e luogo hanno condotto le proprie peregrinazioni in maniera instancabile, in nome della conoscenza.

Per fortuna molte testimonianze sono giunte fino ai nostri giorni, non solo in forma scritta ma anche attraverso dipinti e taccuini di schizzi. Tra questi infaticabili c’è anche Edward Lear, artista e scrittore inglese che tra il luglio e il settembre del 1847, in una Sud Italia ancora sotto il dominio borbonico realizza un viaggio in quella che allora si chiamava Calabria ulteriore prima, ovvero l’attuale provincia di Reggio Calabria.

Il viaggio condotto dall’intellettuale  inglese, interamente a piedi e in compagnia dell’amico Proby e di un abitante del luogo, Ciccio, è descritto in ogni capitolo in cui si affacciano non solo luoghi e paesaggi mozzafiato, ma anche molte persone che aiutano a delineare un ritratto di una porzione dell’Italia Pre Unità. I moti rivoluzionari scoppiati nel Regno di Napoli non gli permisero di continuare il suo viaggio, quasi antropologico, nelle altre provincie della regione nella punta dello stivale.

Quasi centosettanta anni dopo l’artista Timoteo Frammartino in occasione di un ritorno alle origini nella sua terra, ha modo di visitare proprio parte di quei luoghi e immortalare la bellezza ancora selvaggia che ha mantenuto questo piccolo scorcio d’Italia in una sorta di limbo, tra il mondo che corre veloce e l’immutabilità delle cose. Questi contrasti donano alle persone,che come me tornano raramente, una sensazione mista di conforto familiare e una voglia di di scuotere dal torpore una terra di aspra bellezza che potrebbe vivere delle proprie virtù. Le tavole che saranno presenti in mostra, sono frutto di schizzi e rielaborazioni di sensazioni che quella terra lascia sulla pelle. Chi conosce i borghi immortalati da Timoteo non potrà non pensare agli odori di menta e liquirizia selvaggia, sentire sulla pelle il calore del sole e nelle orecchie il canto delle cicale che durante l’estate sono il sottofondo delle strade assolate e prive del turismo di massa.

Ad amalgamarsi a questa visione sono le fotografie di reportage dell’Associazione Imagorà di Palmi, cittadina della provincia di Reggio Calabria affacciata sulla Costa Viola.

Qui alcuni dei componenti dell’Associazione propongono, affiancate alle immagini di Timoteo, i loro scatti.

Il tratto indagato, sia in disegno che in fotografia è la costa jonica, recentemente sconvolta dalla violenza della natura che ha nuovamente modificato il territorio. Il tratto della penna così come l’obiettivo della macchina fotografica si sposta dal paesaggio che nasconde i luoghi di culto oppure gli edifici che favoriti dal colore della pietra, formano un tutt’uno con il paesaggio. Unico luogo lontano dalla provincia di Reggio Calabria è il sito di Le Castella a Isola Capo Rizzuto nella provincia di Crotone, così come la città che nelle grafiche di Timoteo trovano un felice contrasto. Il rumore e il disordine domina. Mentre nella fotografia la bella fortezza aragonese si staglia imponendosi ai nostri occhi, restituendoci i colori del mare della riserva marina.

Ritornando idealmente a sud, incontriamo vari luoghi di culto come il monastero greco ortodosso di San Giovanni Theristis, risalente al XI secolo vicino al paese di Bivongi nella provincia di Reggio Calabria. Oppure il santuario scavato nel Monte Stella nel comune di Pazzano, anche questo di antichissima fondazione. Il luogo affascinante di Pentedattilo, luogo di leggende e in cui aleggia un silenzio in cui il vento proveniente dal mare si intrufola tra quel che resta delle case.

Ancora un luogo di culto come la suggestiva Cattolica di Stilo, di fondazione bizantina, diventa l’occasione per l’artista di immortalare la vegetazione che spontaneamente cresce nei pressi dell’antico monumento. Queste riprese entrano pienamente in contrasto con un disegno che rappresenta il presente e in cui i segni dell’antica cultura scompaiono in nome di un’architettura spesso selvaggia.

Le corrispondenze nate per puro caso nelle grafiche e nelle fotografie svaniscono quando si incontrano le marine di Peppe Fonti, artista maturo che esprime attraverso la forza del colore il suo temperamento. Proprio l’impeto del mare e del vento che con forza sferza con tutto il suo vigore portando a riva l’inconfondibile profumo di acqua marina. Anche marine serene immortalate in un momento di pausa dalla pesca si contrappongono alla forza degli elementi che non lascia scampo all’uomo non permettendogli di solcare il mare, naturalmente tutto è espressione del suo io e della lotta interna che conduce contro la natura umana e non solo, un viaggio che realizza tra le visioni di luoghi che gli sono familiari e ideali al contempo.

Ma ricordando le parole di Leonida Repaci “Utta a fa’ jornu c’a notti è fatta –

Una notte che già contiene l’albore del giorno”  penso ad una terra in cui il sole dell’alba illumina ogni giorno tanta bellezza sconosciuta ai più.

Teresa Francesca Giffone

TIMOTEO FRAMMARTINO

Si laurea al DAMS di Bologna, lavorando in seguito in ambito teatrale e televisivo. Appassionato d’informatica si occupa altresì di tematiche legate al web anche in ambito professionale. Attualmente Timoteo oltre all’attività d’insegnate con quella di disegnatore con una predilezione per la ritrattistica e i paesaggi, utilizzando tecniche varie (acrilico, china, digitale).

ASSOCIAZIONE IMAGORÀ

Imagorà vuole essere un punto di riferimento e un luogo di incontro per tutti coloro che amano la fotografia e la praticano con passione. Essa nasce dalla volontà di un gruppo di fotoamatori Calabresi, ma la sua esistenza è pensata per rivolgersi a tutti coloro che amano la Fotografia, che vogliono approfondirne la conoscenza e che cercano persone vere con le quali condividere la propria passione e crescere, umanamente e fotograficamente.

PEPPE FONTI

Nato a Cittanova  (RC) nel 1945. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato in architettura. All’epoca della sua permanenza romana (1966 – 1970) ha frequentato gli ambienti artistici e culturali della capitale, partecipando a numerose collettive. Vive e lavora a Cittanova.

L’intimità nell’arte di Elisa Rossi

Comincia ufficialmente la prima settimana di mostra per la nuova esposizione ospitata da Mirror.

Oltre alle foto troverete il testo critico scritto da Elisa Mozzelin. Buona lettura!

“Libertà ed eroticità nelle tele di Elisa Rossi

di Elisa Mozzelin

La pittura di Elisa Rossi non si occupa di ricostruire degli aneddoti, ma si impegna a costruire fatti pittorici

: non tenta, infatti, di riproporre in maniera pedantesca il mondo, ma di creare un universo autosufficiente. Nei suoi lavori esiste la possibilità istantanea di isolarsi dalla meccanicità quotidiana e la particolarità dei suoi personaggi è quella di riuscire a dar vita ad una dicotomia tra forma pura e realtà. Le sue figure sono rappresentate con precisione iperrealistica, ma il loro significato, più che un elogio della scrupolosità tecnica moderna, sembra voler essere una denuncia della stilizzata libertà contemporanea. Le sottili pennellate dell’autrice sono un tentativo di evasione dei soggetti rappresentati, evocandone la possibilità di costituirsi in una dimensione di pura forma, dove si annulla la pesantezza della giornata appena trascorsa, del riscontro reale. L’immobilità costretta dalla pittura è in realtà calcata azione: le donne di Elisa si spogliano degli orpelli che quotidianamente devono indossare: non appartengono più ad una stretta categorizzazione concettuale. Nella dimensione puramente formale che si viene a modellare il tempo esiste solo come estensione dello spazio occupato dai soggetti che finalmente si prendono cura di sé. La solitudine li caratterizza, ma è un sentimento positivo, un’armonia intrisa di intimità: le donne raffigurate sono racchiuse in spazi ristretti, ma  domestici e familiari: rappresentano la garanzia che il mondo sta lì fuori e per assurdo vivono racchiuse nell’unica finestra di libertà che gli è concessa. 

La nudità è qui un ossimoro, è l’anti-nudo par excellence. Non c’è spazio per un riferimento sessuale, vi si può piuttosto rintracciare un’eroticità primordiale: quella del piacere smarrito della libertà, della repressione operata sul Soggetto dalle redini della Civiltà

Ecco che i corpi di Elisa prendono vita scivolando dolcemente dalle fibre del pennello: essi possiedono tutta la lentezza di un’ansia immobile e dopo tanto tempo sembra che possano concedersi un riposo. Le donne di Elisa sono finalmente serene: coperte, ma soprattutto protette, dalla fissità materiale dell’olio su tela.”

https://www.facebook.com/mirrorvicenza

Belle Evoque

La galleria MIRROR di Vicenza ospiterà per l’occasione l’artista veneta Elisa Rossi, con le due serie di lavori “Divieto d’accesso” e “Corredo”. La tecnica iperrealistica della pittrice inganna le aspettative di chi la osserva: se l’immagine in questo modo sembra assumere un carattere di familiarità, in realtà viene subito smentito. I suoi soggetti, infatti, non rappresentano il calco di una fatticità aneddotica bensì vivono e si nutrono di una fatticità pittorica. Le tele di Elisa sono delle piccole finestre sull’intimità femminile, dei piccoli specchi in cui i soggetti, mai riflessi, contemplano se stessi. Lo spettatore non può però che rimanere tale, tanto è invalicabile questo spazio pittorico. Tuttavia egli non può sottrarsi a una riflessione più profonda, che lo porterà a scoprirsi in un inquieta rilassatezza, in un atavico ed ingenuo stato di assuefazione.

Mostra a cura di Giulia del Cappellano

Vernissage Sabato 10 ottobre dalle 18.30 alle 20.30

locandina mostra Belle Evoque

In nomine panis…quanti significati in una pagnotta

Ed eccoci nell’ultima settimana di mostra l’attesissima presentazione della curatrice Cristina Del Mare che ci illustra i numerosi significati che si racchiudono in un buon pezzo di pane ancora caldo….in fondo anche le fotografie dell’evento. Buona lettura

” Pane Nostro quotidiano”, “Panem et circenses”, “Pane al pane, vino al vino”,  “Essere un pezzo di pane”, “Pane di sudore ha gran sapore“, “Buona compagnia è mezzo pane”, “Ogni domani porta il suo pane”… Basterebbero queste locuzioni per farci capire che il pane non è solo un alimento fatto di farina ed acqua ma,  per la sua centralità nel sistema alimentare di sopravvivenza è uno dei cibi più ricchi di carica simbolica, di significati rituali, un cibo nel quale si stratificano  sapienze antiche, valenze culturali, usanze locali. 

Rappresenta per l’uomo, più che ogni altro cibo, non solo il riscatto dalla fame, ma anche la sua capacità di dominare la natura. L’addomesticazione del grano, rivoluzione neolitica di 9000 anni orsono, la sua trasformazione attraverso la cottura e la lievitazione, adottata in Egitto diciotto secoli fa, vanno di pari passo con la civilizzazione dell’umanità. Il pane non esiste in natura, solo gli uomini sanno farlo, elaborando una sofisticata tecnologia che prevede una serie di operazioni complesse (dalla coltivazione del grano, alla lievitazione, alla cottura, etc). Come afferma Claude Levi Strauss, è l’indicatore che segna il confine tra il CRUDO e il COTTO, i poli opposti della contrapposizione tra NATURA e CULTURA.

La storia del pane scandisce quindi l’intera narrazione dell’umanità, un vero e proprio indicatore di civilizzazione, come solo pochi altri cibi possono vantare. Nei poemi omerici, l’espressione “mangiatori di pane” è sinonimo di “uomini”. Dietro ogni pane c’è una storia, storie di vita e di sopravvivenza, di abilità e passione. Frutto del lavoro e dell’ingegno dell’uomo, il pane contraddistingue specificamente la cultura alimentare mediterranea.  Potremmo dire, citando Fernand Braudel, che la nostra è una “CIVILTA’ DEL PANE”. Nel pane sono le radici della nostra stessa identità storica

Non può sorprendere pertanto che il pane sia stato oggetto di culto e simbolo in cerimonie rituali proprio nell’ambito culturale mediterraneo. Nella Grecia classica era rappresentazione di una divinità femminile, Demetra, la madre terra, la dea del pane, adottata poi dal culto romano come Cerere, “colei che ha in sé il principio della crescita”. Allegoria di fecondità per le culture antiche, traghetta il significato di tramite tra uomo e divino, diventando nella liturgia cristiana simbolo stesso della presenza di Dio tra noi. Il “pane eucaristico” che dà vita e salvezza, è incarnazione del divino che nutre l’anima dell’uomo e la rende eterna. Strumento della comunione eucaristica con la divinità il pane diventa nutrimento per eccellenza, del corpo e dello spirito. 

Emblema di comunione con il divino quindi, ma anche di abbondanza e condivisione tra gli uomini. Condividere il pane nella comunità degli uomini diventa segno di fratellanza e di appartenenza ad una comunità. Questo utilizzo simbolico nell’ambito sociale si è diversificato nel tempo. 

Il “pane bianco” dei convivi ricchi e aristocratici e il “pane nero” delle tavole contadine e popolari, indicava fino al secolo scorso la posizione sociale, l’ostentazione della ricchezza e del potere attraverso l’offerta alimentare.

Pane-cibo e pane-simbolo, quindi. Funzione di alimento e di “segno”. Pane come alimento primario per il corpo e pane come valore simbolico, nutrimento di civiltà, di speranza e di fede, oggetto di carità nel gesto di distribuzione, nutrimento dello spirito. 

Protagonista quotidiano dei nostri pasti, il pane oggi è un cibo pressoché scontato e a volte sottovalutato per la sua ovvietà. Il pane è diventato cibo abituale, tuttavia solo nei paesi mediterranei abituati fin dall’antichità a considerarlo alimento fondamentale di sussistenza. Eloquente è il termine “COMPANATICO” che assegna agli altri alimenti la funzione di “accompagnare” il pane, e implicitamente riconosce a quest’ultimo il ruolo prioritario. Da noi è sempre incluso nel “coperto”, mentre nei Paesi del nord Europa o nei Paesi anglosassoni bisogna ordinarlo apposta.

Il pane ha assunto anche la connotazione di diritti negati (come la “mancanza di pane” connessa alla povertà e alla guerra) di cattive abitudini e sprechi imperdonabili. Il valore metaforico straordinario del pane, quasi sacrale, fa del suo spreco un atto sacrilego che riflette noncuranza e inconsapevolezza, oltre che delle sue inconfutabili qualità nutrizionali, anche della sua potente forza significante.

Riportare l’attenzione alle molteplici valenze del pane è l’intento della mostra “NOMINE PANIS. Il valore del Pane tra Arte e Senso”, presentata alla Galleria Mirror di Vicenza, dal 12 settembre al 4 ottobre 2015Progetto realizzato in continuità con i temi di Expo 2015, ha proposto le creazioni realizzate da Elvezia Allari, dicate al pane come cibo per il corpo e come nutrimento delle necessità spirituali, morali ed etiche

Realizzati con pane raffermo riciclato, semi di grano, carta da panettiere, gli abiti scultura, gli accessori, i bijoux e gli objets du quotidien intendono recuperare l’importanza del pane attraverso una “ri-produzione artistica”, che in modo giocoso e inedito dia nuova vita e forma a un prodotto che possiedono radici antiche, come il pane appunto, e che oggi necessita una nuova rappresentazione per riconoscerne il significato. Pane come arte per riapprezzarne senso e valore. 

Un’ironica provocazione sulla capacità dell’intervento artistico come atto volontario di far riemergere il senso delle cose, anche le più ovvie e quotidiane come il pane, e di stimolare la riflessione sull’utilizzo consapevole di questo alimento prezioso, soffermando l’attenzione sulle dinamiche di “buone pratiche” che legano PRODUZIONE – RICICLO – ARTE.

La performance realizzata da Alessandra Schiarante, novella Demetra, “Madre dispensatrice”, costante nutrice degli uomini e della terra che donò all’uomo la conoscenza delle tecniche agricole e di panificazione, ha offerto a tutti i partecipanti l’inaugurazione un “dono di pane come seme di consapevolezza”, per poter condividere i diversi fragranti impasti polisemici, e rivalutarne le valenze nutritive, terapeutiche ed apotropaiche. Come dice un’antica espressione: “spezzare il pane della scienza”, far circolare il nutrimento spirituale o intellettuale; ossia mettere a disposizione di chiunque le proprie conoscenze, entrare in empatia con gli uomini, la terra, la storia, con l’universo tutto. Il pane come metafora della vita.

Cristina Del Mare

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Sotto lo stesso tetto nel nome della beneficenza

Sabato 1 agosto! Le vacanze bussano, le corsie delle autostrade sono piene di macchine di persone stipate in attesa di arrivare nel luogo di vacanza, ma c’è chi resta e Vicenza e si prepara alla giornata di beneficenza organizzata e promossa da Rete al femminile di Vicenza e la mattina la galleria cambia letteralmente aspetto! Nella sala grande Alessandra Cesarato si riscalda per lo shiatsu, Milena la nostra Naturopata con le Carte degli Angeli, Paola Lanaro pronta ad offrire i suoi suggerimenti per rendere ancora più confortevole la vostra casa, Michela Stefani e il Neuro Training. Ancora le belle ceramiche di R&S. Nella sala accoglienza le creazioni Hand Made di Marilena Sartori, Rosaria Sparacino, di Irma Tecchio, Anna Tasca. Nel pomeriggio si sono unite Lucia Toffanin per sedute cranio sacrali e Eva Marta ed i suoi trattamenti per sciogliere conflitti emozionali.

Non fisicamente ma sono altresì presenti con le loro proposte altre proposte, dal Voll, a incontri di riflessologia plantare.

Nonostante le premesse, non proprio ottime, il risultato è stato incoraggiante e sono stati raccolti 553 euro che presto saranno devoluti al Comune di Mira