Nel profondo degli elementi

Sabato 15 ottobre alle ore 18,00 presso la Galleria Libreria Mirror si inagura la mostra dal titolo Nel profondo degli elementi personale di Ester Chilese.

L’esposizione si configura come un work in progress durante le settimane di esposizione, in cui a dominare sono gli elementi e la loro profondità.

Il profondo è spesso visto come un elemento sconosciuto e per questo fonte di numerose paure, ma la nostra artista attive dal profondo di questi elementi per trovare qualcosa di unico e inaspettato.

Il primo elemento che troviamo nel profondo è l’ispirazione, fondamenta per ogni nostra attività e ancora di più per un’artista. Ma poi le profondità delle acque, il fitto dei boschi, la profondità dello spazio così come il calore della terra, verranno via via indagate, ognuno arricchita dallo sguardo personale dell’artista.

I lavori di pittura proposti si fondono anche con la musica, che diventerà la naturale prosecuzione del lavoro di Ester.

Ad arricchite l’esposizione anche le tavole originale delle illustrazioni che Ester ha realizzato per il libro “Scienza della fantasia” di Davide Coreo Borga (Codice edizioni, 2015)

La mostra sarà aperta fino al 5 novembre 2016

La mostra aderisce alla Dodicesima giornata del Contemporaneo http://www.amaci.com14550624_10210039396880003_387736000_o

Presentazione del “Piccione Gedeone”

Venerdì 30 settembre 2016 alle ore 18,00 presso la Galleria Libreria Mirror di Contrà Porta Santa Lucia a Vicenza, sarà presentato il libro comics Piccione Gedeone di Alberto Graziani per Orecchio Acerbo Editore
Il libro narra le vicende di Gedeone, un piccione che osserva il mondo ben piantato sul comignolo di un tetto. Gli ruotano attorno strani personaggi del mondo animale e non e Gedeone commenta in maniera disincantata tutte le situazioni paradossali che gli capitano. Il mondo in cui vive Gedeone è un mondo piuttosto strano,ma la realtà lo è altrettanto e quindi sarebbe meglio tenersi ad una ragionevole distanza di sicurezza da tutto ciò che ci gira intorno.
Il libro è pensato per giovani lettori dagli 8 anni in su ed è pubblicato dalla casa editrice romana Orecchio Acerbo, fondata nel 2001 da Fausta Orecchio che attualmente ricopre anche il ruolo di direttore editoriale,pubbliacano libri per ragazzi che non recano danno agli adulti/ libri per adulti che non recano danno ai ragazzi.


L’autore, Alberto Graziani, è architetto e giornalista. Tra le molte collaborazioni, segnalo il ruolo di redattore del settimanale satirico “Cuore” diretto da Michele Serra. Ha scritto su Comix, l’agenda di Comix, Carta, Diario, Anna, Internazionale. Nel 2000 ha fondato con Sergio Saviane, padre della satira italiane (ndr), il mensile di satira Malox. Dal 2002 al 2004 è stato vicedirettore del settimanale vicentino VicenzaAbc. Ha pubblicato con Mondadori l’opera umoristica “L’Abc del giovane disoccupato (1994). E’ stato autore di Gene Gnocchi per “La Gazzetta dello Sport” e “Playradio”. Attualmente collabora come vignettista per il quotidiano nazionale Avvenire e come vignettista e giornalista per “Il Giornale di Vicenza”.

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Presentazione del libro “Poesia e fotografia”

Venerdì 16 settembre alle ore 18,30 presso la Galleria – Libreria Mirror si terrà la presentazione del libro Poesia e fotografia scritto dal poeta e critico d’arte Yves Bonnefoy, recentemente scomparso.

Sarà presente, oltre al traduttore Andrea Cocco, anche il professore di Estetica dell’Università di Padova Giovanni Gurisatti, il quale approfondirà dal punto di vista filosofico i temi proposti dal libro.

Il volume è stato pubblicato dalla casa editrice O barra O (2015)

In queste pagine, Yves Bonnefoy indaga gli effetti dell’introduzione del processo fotografico sulla società, e in particolare sulle opere e il pensiero degli artisti che per primi, spesso inconsciamente, ne subirono la fascinazione. E lo fa a partire da un’attenta rilettura di testi quali Igitur di Mallarmé e La notte di Maupassant.
Come rileva Antonio Prete nell’introduzione, tutti i grandi temi che attraversano la scrittura di Bonnefoy, “l’assenza e la presenza, la parola e l’immagine, lo sguardo e il visibile, la singolarità irripetibile del vivente e il caso, l’istante e il fuggitivo”, vengono qui dispiegati per far luce su un passaggio chiave nella formazione della sensibilità moderna e cogliere, attraverso la lente della poesia, i pericoli e le potenzialità insite nell’invenzione di Daguerre.

Questo appuntamento si inserisce nell’ambito della mostra People are strange.

Ingresso libero

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Passeggiata effimera

La galleria libreria Mirror di Vicenza valica le proprie mura con un evento che porta l’arte a invadere la città. Alcuni tra i principali luoghi del centro storico saranno lo sfondo che vedrà una semplice passeggiata tingersi di note eccezionali grazie agli abiti dell’artista Elvezia Allari.
In una realtà frenetica e veloce come quella odierna, si perdono i piaceri legati alle piccole cose: il senso di queste si va sbiadendo e si opacizza il valore di quelle azioni care che accompagnano e scandiscono il nostro ritmo interiore. Accantoniamo la nostra essenza e perdiamo lo stupore per la bellezza che ci circonda, per i gesti puri e privi di un immediato ritorno in termini di utilità. La forza e le qualità racchiuse nell’arte possono entrare in nostro soccorso, offrendo visioni altre e occasioni per recuperare la gioia per la semplicità e la capacità di lasciarci stupire. Vestendo gli abiti particolari e allo stesso tempo lievi e leggeri dell’artista vicentina, alcune ragazze passeggeranno per il centro storico della città: il loro passaggio segnerà i luoghi focali che diventeranno scenari di un’esperienza autentica e inedita, un’ entrata nel cuore di Vicenza che sarà definita dal battito unico dell’arte, senza tralasciare la ricerca del contatto con i passanti. L’arte e la sua aura travolgono il complesso cittadino, si fondono e confondono con la vita con cui possiedono un legame delicato e indissolubile. Gli abiti sorprendenti, impossibili, delicati e densi di contenuti di Elvezia Allari, saranno il mezzo con cui si cercherà di recuperare il senso del passeggiare, un’azione quasi dimenticata e apparentemente banale, ma eccezionale e essenziale nel suo essere fonte di pensieri e sorgente di idee, leggera e disimpegnata, un respiro dai pesi che ci avvinghiano.
Dopo la preparazione in galleria e la vestizione con abiti, tiare magnifiche e monili fantastici, la passeggiata avrà inizio da Mirror alle ore 19.00. Da qui si svolgerà un percorso che vedrà le ragazze toccare punti come il Teatro Olimpico e la Basilica Palladiana. Presso L’idea di Amatori M.Luisa situato in Piazza dei Signori, sarà esposto un vestito scultura dell’artista, mentre presso Pane quotidiano, nella vicina Piazza delle Erbe, si potranno assaporare i prodotti offerti e gustare la presenza di una modella vestita di un abito di pane, creazione sempre della Allari. Procedendo per le vie e ricongiungendosi con corso Palladio, ci si spingerà fino a Piazza Castello. Dopo essersi perse e aver vagato tra le vie splendide della città, si ritornerà presso Mirror dove la serata si caricherà delle sonorità di dj Mustache, in collaborazione con Osteria Pitanta, fino alle 22.

https://facebook.com/Mustache-473970452769770/?fref=ts

Ognuno è invitato a partecipare e lasciarsi coinvolgere e attrarre dal movimento, sperimentando un contatto tra quotidianità e arte che permetterà di spiccare lievemente il volo verso dimensioni e azioni che appaiono accantonate.

Evento a cura di Eleonora Ambrosini

Elvezia Allari, artista di fama nazionale e internazionale, dopo aver frequentato i corsi della sezione ceramica presso l’Istituto d’Arte “G. Fabris” di Nove (Bassano del Grappa, Vicenza), ottiene il diploma di Restauro Architettonico per pietra e affresco all’ENGIM di Vicenza. Un sorprendente percorso che la vede coinvolta come modella per gli atelier artistici e impegnata poi nella progettazione e creazione di scenografie, la condurranno via via a formare uno stile personale e distintivo, fornendole lo slancio per abbracciare unicamente l’arte e la sua opera in cui l’analisi sul corpo e sull’essenza dell’essere si intrecciano con l’utilizzo di materiali naturali e deperibili: dagli elementi tratti dall’universo floreale e vegetale, fino al pane, a materiali come la carta, il silicone e il ferro cotto e battuto. Tra le creazioni di maggiore importanza si ricordano A passeggio con la mia poesia, Briciole di passione, Abito qualsiasi frammento di città, una visione europea di Europa unita e le ultime opere tratte da Nobiltà…contemporanee.

http://www.elvezia-allari.it/
https://facebook.com/Elvezia-Allari-778029928948060/

L’idea di Amatoriwww.amatori.it/

Pane quotidiano: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwj87u77-_TNAhUEPhQKHQjYAgUQFggcMAA&url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FPaneQuotidianoVicenza%2F&usg=AFQjCNEZP5wRmtAyHJqmhpA_IHNbTjlKZg&sig2=YfKhs40wf8-pMV-dkhClOQ

Happy Nude Year

Per iniziare il nuovo anno Francesca Sarah Toich & Andrea Santini dell’Associazione Culturale UBIK, propongono presso lo spazio Mirror di Vicenza due serie di studi fotografici che esplorano il tema del nudo e del corpo femminile.

Questo è visto come schermo di proiezione che trasforma le immagini di opere d’arte antiche e moderne in costumi di luce, creando suggestioni oniriche, fiabesche e sensuali.

La prima serie è stata realizzata durante la ricerca sviluppata dai due artisti in residenza all’Accademia delle Belle Arti di Venezia sul tema del nudo e della sensualità femminile nella storia dell’arte.

La seconda serie propone una rivisitazione digitale e surrealista della fiaba “Cenerentola”, vista nella sua dimensione favolosamente erotica. A questo nuovo lavoro hanno partecipato come performer oltre a Francesca Sarah Toich anche Dragana Milosevic e Ana Marin.

Durante il mese di esposizione le opere si rinnoveranno fornendo al visitatore nuove occasioni e nuovi punti di vista. Un’ulteriore occasione sarà fornita dall’incontro con gli artisti che saranno a disposizione per approfondire le tematiche proposte negli studi fotografici.

Ingresso libero

www.ubikteatro.com

mirrorvicenza.wordpress.com

Seguite l’evento su FB

Bio:

Fondata a Venezia nel 2007, l’Associazione Culturale UBIK nasce dalla collaborazione tra Francesca Sarah Toich, attrice e scrittrice di formazione classica e Andrea Santini, artista multimediale, come laboratorio di ricerca artistica per esplorare legami espressivi e significativi tra tradizione e innovazione mescolando i linguaggi propri di musica, teatro, video e tecnologia.

Le installazioni e le performance di UBIK sono state presentate in gallerie Italiane ed estere e in occasione di festival tra cui Kernel Festival, Salone del Mobile, Festival della Scienza, Musictechfest (Berlino), Tokyo Wonder Site (Tokyo), Victoria & Albert Museum e Kinetica Museum (Londra), Centre Pompidou (Parigi).

A partire dal 2012 UBIK produce inoltre letture dantesche e altri spettacoli con teatralizzazione multimediale. Nel 2015 UBIK è stata selezionata per i suoi lavori di video e performance tra i rappresentanti Italiani per il progetto europeo ArtVision coordinato dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha inoltre realizzato un’installazione interattiva permanente per L’Istituto Ville Venete e una mostra personale di lavori d’arte digitale (Nyx).

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Dai pezzetti alla magia dell’illustrazione

La felicità è nelle piccole cose, la mia l’ho raggiunta molto recentemente, quando le porte della Galleria e Libreria si sono aperte verso i molti visitatori, tra i quali soprattutto bambini, che hanno animato lo spazio.

Questa volta, ad accoglierci sono state le illustrazioni di Chiara Armellini tratte dal suo ultimo libro Ti faccio a fettine edito da Topipittori.

La splendente lunaria, le alghe marine, la vite, la verde ninfea e la solitamente poco simpatica ortica, fanno bella mostra, nelle altrettanto belle cornici prestate da Silvia Trevisan di Laboratorio 09!

Tantissime stampe raccontano i mondi che Chiara ha creato. Dai simpatici animali di Ti faccio a pezzetti che fanno capolino dalle ante della credenza. Tratte dal libro Favole per bambini Pascià uno dei libri che fanno parte dell’Enciclopedia della Fiaba di Gianni Rodari.

Naturalmente le copie del libro, che i bambini presenti hanno potuto personalizzare con la firma di Chiara. Un ricordo da portare per sempre insieme.

La mostra con le tavole originali sarà visibile fino a sabato 21 novembre, naturalmente i libri di Chiara e tante stampe che potranno accompagnare i vostri bimbi durante la nanna. Ma far riscoprire anche a noi adulti il mondo rassicurante dell’illustrazione.

Passate a trovarci da Mirror!

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In nomine panis…quanti significati in una pagnotta

Ed eccoci nell’ultima settimana di mostra l’attesissima presentazione della curatrice Cristina Del Mare che ci illustra i numerosi significati che si racchiudono in un buon pezzo di pane ancora caldo….in fondo anche le fotografie dell’evento. Buona lettura

” Pane Nostro quotidiano”, “Panem et circenses”, “Pane al pane, vino al vino”,  “Essere un pezzo di pane”, “Pane di sudore ha gran sapore“, “Buona compagnia è mezzo pane”, “Ogni domani porta il suo pane”… Basterebbero queste locuzioni per farci capire che il pane non è solo un alimento fatto di farina ed acqua ma,  per la sua centralità nel sistema alimentare di sopravvivenza è uno dei cibi più ricchi di carica simbolica, di significati rituali, un cibo nel quale si stratificano  sapienze antiche, valenze culturali, usanze locali. 

Rappresenta per l’uomo, più che ogni altro cibo, non solo il riscatto dalla fame, ma anche la sua capacità di dominare la natura. L’addomesticazione del grano, rivoluzione neolitica di 9000 anni orsono, la sua trasformazione attraverso la cottura e la lievitazione, adottata in Egitto diciotto secoli fa, vanno di pari passo con la civilizzazione dell’umanità. Il pane non esiste in natura, solo gli uomini sanno farlo, elaborando una sofisticata tecnologia che prevede una serie di operazioni complesse (dalla coltivazione del grano, alla lievitazione, alla cottura, etc). Come afferma Claude Levi Strauss, è l’indicatore che segna il confine tra il CRUDO e il COTTO, i poli opposti della contrapposizione tra NATURA e CULTURA.

La storia del pane scandisce quindi l’intera narrazione dell’umanità, un vero e proprio indicatore di civilizzazione, come solo pochi altri cibi possono vantare. Nei poemi omerici, l’espressione “mangiatori di pane” è sinonimo di “uomini”. Dietro ogni pane c’è una storia, storie di vita e di sopravvivenza, di abilità e passione. Frutto del lavoro e dell’ingegno dell’uomo, il pane contraddistingue specificamente la cultura alimentare mediterranea.  Potremmo dire, citando Fernand Braudel, che la nostra è una “CIVILTA’ DEL PANE”. Nel pane sono le radici della nostra stessa identità storica

Non può sorprendere pertanto che il pane sia stato oggetto di culto e simbolo in cerimonie rituali proprio nell’ambito culturale mediterraneo. Nella Grecia classica era rappresentazione di una divinità femminile, Demetra, la madre terra, la dea del pane, adottata poi dal culto romano come Cerere, “colei che ha in sé il principio della crescita”. Allegoria di fecondità per le culture antiche, traghetta il significato di tramite tra uomo e divino, diventando nella liturgia cristiana simbolo stesso della presenza di Dio tra noi. Il “pane eucaristico” che dà vita e salvezza, è incarnazione del divino che nutre l’anima dell’uomo e la rende eterna. Strumento della comunione eucaristica con la divinità il pane diventa nutrimento per eccellenza, del corpo e dello spirito. 

Emblema di comunione con il divino quindi, ma anche di abbondanza e condivisione tra gli uomini. Condividere il pane nella comunità degli uomini diventa segno di fratellanza e di appartenenza ad una comunità. Questo utilizzo simbolico nell’ambito sociale si è diversificato nel tempo. 

Il “pane bianco” dei convivi ricchi e aristocratici e il “pane nero” delle tavole contadine e popolari, indicava fino al secolo scorso la posizione sociale, l’ostentazione della ricchezza e del potere attraverso l’offerta alimentare.

Pane-cibo e pane-simbolo, quindi. Funzione di alimento e di “segno”. Pane come alimento primario per il corpo e pane come valore simbolico, nutrimento di civiltà, di speranza e di fede, oggetto di carità nel gesto di distribuzione, nutrimento dello spirito. 

Protagonista quotidiano dei nostri pasti, il pane oggi è un cibo pressoché scontato e a volte sottovalutato per la sua ovvietà. Il pane è diventato cibo abituale, tuttavia solo nei paesi mediterranei abituati fin dall’antichità a considerarlo alimento fondamentale di sussistenza. Eloquente è il termine “COMPANATICO” che assegna agli altri alimenti la funzione di “accompagnare” il pane, e implicitamente riconosce a quest’ultimo il ruolo prioritario. Da noi è sempre incluso nel “coperto”, mentre nei Paesi del nord Europa o nei Paesi anglosassoni bisogna ordinarlo apposta.

Il pane ha assunto anche la connotazione di diritti negati (come la “mancanza di pane” connessa alla povertà e alla guerra) di cattive abitudini e sprechi imperdonabili. Il valore metaforico straordinario del pane, quasi sacrale, fa del suo spreco un atto sacrilego che riflette noncuranza e inconsapevolezza, oltre che delle sue inconfutabili qualità nutrizionali, anche della sua potente forza significante.

Riportare l’attenzione alle molteplici valenze del pane è l’intento della mostra “NOMINE PANIS. Il valore del Pane tra Arte e Senso”, presentata alla Galleria Mirror di Vicenza, dal 12 settembre al 4 ottobre 2015Progetto realizzato in continuità con i temi di Expo 2015, ha proposto le creazioni realizzate da Elvezia Allari, dicate al pane come cibo per il corpo e come nutrimento delle necessità spirituali, morali ed etiche

Realizzati con pane raffermo riciclato, semi di grano, carta da panettiere, gli abiti scultura, gli accessori, i bijoux e gli objets du quotidien intendono recuperare l’importanza del pane attraverso una “ri-produzione artistica”, che in modo giocoso e inedito dia nuova vita e forma a un prodotto che possiedono radici antiche, come il pane appunto, e che oggi necessita una nuova rappresentazione per riconoscerne il significato. Pane come arte per riapprezzarne senso e valore. 

Un’ironica provocazione sulla capacità dell’intervento artistico come atto volontario di far riemergere il senso delle cose, anche le più ovvie e quotidiane come il pane, e di stimolare la riflessione sull’utilizzo consapevole di questo alimento prezioso, soffermando l’attenzione sulle dinamiche di “buone pratiche” che legano PRODUZIONE – RICICLO – ARTE.

La performance realizzata da Alessandra Schiarante, novella Demetra, “Madre dispensatrice”, costante nutrice degli uomini e della terra che donò all’uomo la conoscenza delle tecniche agricole e di panificazione, ha offerto a tutti i partecipanti l’inaugurazione un “dono di pane come seme di consapevolezza”, per poter condividere i diversi fragranti impasti polisemici, e rivalutarne le valenze nutritive, terapeutiche ed apotropaiche. Come dice un’antica espressione: “spezzare il pane della scienza”, far circolare il nutrimento spirituale o intellettuale; ossia mettere a disposizione di chiunque le proprie conoscenze, entrare in empatia con gli uomini, la terra, la storia, con l’universo tutto. Il pane come metafora della vita.

Cristina Del Mare

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La guerrilla si! Ma solo con i ferri della lana

Prima settimana di attività dopo le vacanze per Mirror.

Giovedì 3 settembre alle ore 20.30 appuntamento da Mirror per scoprire un nuovo modo di socializzare che si impegna nell’autoproduzione per abbellire anche l’ambiente urbano.

Anche a Vicenza possiamo vantare un bel gruppo che si presenterà anche presso Mirror. Sarà un incontro informale, per spiegare il progetto e per capire chi è interessato a trovarsi regolarmente per lavorare a ferri o uncinetto per produrre il materiale che serve per l’installazione.

La vetrina da fare c’è! Quella della Libreria Mondo Libri di Corso Fogazzaro e sparsi per la città altri luoghi di incontri per gli appassionati del filato

Appuntamento alle ore 20.30 e se volete già armate di filo e di ferri, si lavora!

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NOMINE PANiS – Il valore del Pane tra Arte e Senso

Protagonista usuale dei nostri pasti, il pane è un cibo pressoché scontato e a volte sottovalutato per la sua quotidianità.  Eppure non si tratta solo di un semplice alimento di acqua e farina, ma di un cibo nel quale si stratificano sapienze antiche, riferimenti simbolici, valenze culturali, usanze locali.  

La storia del pane abbraccia l’intera narrazione dell’umanità, un vero e proprio indicatore di civilizzazione, come solo pochi altri cibi possono vantare. Dietro ogni pane c’è una storia, storie di vita e di sopravvivenza, di abilità e passione. Frutto del lavoro e dell’ingegno dell’uomo, il pane contraddistingue la cultura alimentare mediterranea.  Potremmo dire che la nostra è una civiltà del pane.

Il pane come elemento culturale e immateriale è allegoria di fecondità per le culture antiche e simbolo centrale nel rito eucaristico cristiano, è emblema di abbondanza e condivisione tra gli uomini. Pane come alimento primario per il corpo, quindi, ma anche pane come valore simbolico, nutrimento di civiltà, di speranza e di fede, oggetto di carità nel gesto di distribuzione. 

Il pane ha assunto anche la connotazione di diritti negati (la mancanza di pane connessa alla povertà e alla guerra) di cattive abitudini e sprechi imperdonabili. Il valore metaforico straordinario, quasi sacrale, del pane fa del suo spreco un atto sacrilego che riflette noncuranza e inconsapevolezza, oltre che delle sue inconfutabili qualità nutrizionali, anche della sua potente forza significante.

Riportare l’attenzione alle molteplici valenze del pane è l’intento della mostra “NOMINE PANIS – Il valore del pane tra arte e senso“, che si terrà negli spazi raffinati ed essenziali della Galleria d’Arte MIRROR a Vicenza, dal 13 settembre all’8 ottobre, a cura di Cristina Del Mare. 

Progetto realizzato in continuità con i temi di Expo 2015, vedrà una narrazione di opere realizzate da Elvezia Allari, artista vicentina di fama internazionale, dedicate al pane come cibo per il corpo e come nutrimento delle necessità spirituali, morali ed etiche. Realizzati con pane raffermo riciclato, semi di grano, carta da panettiere, gli abiti scultura, gli accessori, i bijoux e gli objets du quotidien intendono recuperare l’importanza del pane attraverso una “ri-produzione artistica”, che in modo giocoso e inedito dia nuova vita e forma a un prodotto che possiedono radici antiche, come il pane appunto, e che oggi necessita una nuova rappresentazione per riconoscerne il significato. Pane come arte per riapprezzarne senso e valore. 

Un’ironica provocazione sulla capacità dell’intervento artistico come atto volontario di far riemergere il senso delle cose, anche le più ovvie e quotidiane come il pane, e di stimolare la riflessione sull’utilizzo consapevole di questo alimento prezioso, soffermando l’attenzione sulle dinamiche di “buone pratiche” che legano PRODUZIONE – RICICLO – ARTE.

Durante la serata inaugurale una modella vestita di pane, generosamente fornito dalla Morato Bottega del pane, diventerà una novella musa per offrire assaggi di pane in forme inedite e dai gusti inaspettati offerti da ……..e accompagnati da calici di vino prodotto dalla cantina……

Inaugurazione sabato 12 settembre 2015 ore 18.30

Durante la serata è prevista una performance con un abito creato da Elvezia Allari, indossato da Alessandra Schiarante.

Buffet a cura de “La Locanda degli Ulivi” di Arcugnano e degustazione a cura dell’Azienda Agricola “Le Pignole”

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