Ad Oriente dell’illustrazione…

Trentacinquesima edizione della Mostra internazionale di Illustrazione per l’infanzia di Sàrmede!

Chi mi segue non ha più bisogno si spiegazioni su cosa sia questa fantastica mostra. Ma domenica è stata l’ultima volta che ci vado con un occhio da “addetta ai lavori”, ma posso anche affermare che forse nella prospettiva, sempre triste di chiudere, mi sono goduta l’atmosfera della mostra e dell’aver rivisto un’amica artista impegnata in un workshop.

Una mostra che parla di Oriente, anzi soprattutto di Giappone che è il Paese ospite d’onore attraverso una mostra ad hoc e tanti ospiti. Ma come al solito il primo piano ci offre la mostra di Philip Giordano che nel suo sangue custodisce l’Oriente ma conosce alla perfezione anche l’Occidente. Nato in Liguria da madre filippina e padre svizzero, la sua vita non poteva non essere all’insegna dello spostamento. Attualmente vive in Giappone e la sua arte esprime perfettamente queste lezioni di vita. Collabora con riviste, musei, fondazioni, case editrici internazionali. Ha vinto numerosi premi tra cui quello più recente è il Premio Andersen nel 2017 con il libro “Il pinguino ha freddo“. Il suo stile si adatta perfettamente tra uno stile complesso e tecniche superbe a uno più semplice ma leggibile dalle età più piccole. Da citare soprattutto le bellissime edizioni realizzate con il testo di Giovanna Zoboli per TopipittoriQuando il sole si sveglia” oppure “Nel cielo – Nel mare“. Oltre che stupende edizioni curate per il mercato giapponese, che spero prima o poi arrivino anche in Italia. Qui proprio gli elementi di contraddizione della civiltà come quella giapponese, tra elementi della tradizione ed elementi di estrema modernità.

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Panorama ci porta nell’universo dell’illustrazione mondiale e nelle belle collaborazioni che si creano tra case editrici italiane e illustratori stranieri, naturalmente anche nelle case editrici internazionali che non possono certo mancare in una mostra di questo livello.

Ecco per voi una piccola selezione di quelli che maggiormente mi hanno colpito:

Clotilde Perrin dalla Francia che per la Franco Cosimo Panini illustra “Cattivi come noi” e “Buoni come noi“. Se nel primo scopriamo le vere identità di ogni cattivo che per ogni fiaba che si rispetti dobbiamo trovare, oltre a scoprire il destino di ognuno che è stato rapito e le immancabili ricette delle streghe. Nel secondo libro scopriamo i veri segreti della bontà! E naturalmente le fiabe di cui sono i protagonisti.

La scoperta di quest’anno è stata la cilena Francisca Yanez, che sarà presente con due progetti. Da un lato in “Versos una casa” della casa editrice Messicana ma che ha una base europea anche in Spagna a Barcellona (forse avrei dovuto dire Catalogna). Come si intuisce dal titolo è un libro dedicato al posto che per un bambino, ma oserei dire anche per l’adulto è il luogo per antonomasia dei ricordi. La casa piena di oggetti, angoli e in cui in ogni stanza viene creato un ricordo. Un libro illustrato di poesia prezioso.

Di lingua francese invece il libro scritto da Martine Laffon e illustrato da Mayumi Otero, pubblicato dalla casa editrice Le fourmis rouges. Si tratta della storia di quattro giganti che intraprendono un grande viaggio e si occupano ognuno di un regno della terra. Una vera e propria cosmogonia che invita tutti a scroprire il mondo. L’illustratrice tra l’altro ha un gusto impeccabile nel realizzare libro Pop – Up, per questo vi invito a scoprire il suo sito ricco di informazioni e immagini dei suoi lavori.

Per la casa  editrice italiana Le lettere ecco invece la storia de Il Bambino e la soffitta. Se abbiamo un poco di coraggio non possiamo certo resistere alla  tentazione di scoprire i possibili tesori che potrebbe custodire e sono lì in attesa che qualcuno se ne occupi, li scopra! Quindi meglio di un bambino direi che non esiste nessuno. Bello lo stile dell’illustratrice Maja Kastelic che è anche autrice in questo caso.

Gioia Marchegianiper Topipittori invece illustra “Il campanellino d’argento” scritto da Maria Lai. La storia è ambientata in Sardegna e la protagonista è una capretta magica che conduce il pastorello ad un magnifico tesoro. Una storia che è giunta fino ai nostri giorni in varie versioni. Le illustrazioni di Gioia Marchegiani restituiscono perfettamente l’atmosfera dell’isola e il suo forte connotato naturalistico.

Sempre edito daTopipittoriè “La bambina e il gatto”  scritto da Ingrid Bachér e illustrato da Rotraut Susanne Berner. La storia ha per protagonista una bambina che rimasta da sola a casa ha paura quando sopraggiunge il temporale. L’unico che è con lei è un gatto che si trasforma in un leone mangia saette. La paura e le sfide che anche da piccoli dobbiamo affrontare e superare. Lo stile della sua illustratrice ha qualcosa che affonda proprio nelle radici di quest’arte meravigliosa che è l’illustrazione, trovando ispirazioni in Walter Trier e Wilhelm Busch.

Ma quest’anno Sàrmede offre anche al fumetto un posto nella ricca esposizione, con i migliori esempi provenienti dall’Italia, dalla Germania e dalla Francia.

Ma andiamo finalmente a scoprire il mondo di C’era una volta in Giappone:  Mukashi Mukashi

E proprio quest’espressione introduce il lettore nella dimensione della fiaba, perché Mukashi Mukashi altro non significa che c’era una volta. Tanti i progetti nati appositamente per questa mostra, dal bell’albo illustrato che porta il nome della sezione, pubblicato da Franco Cosimo Panini, gli haiku illustrati dagli allievi di due corsi svolti proprio a Sàrmede, il memory giapponese edito da Else edizioni con la tecnica della serigrafia. Oltre che ad una sezione di libri illustrati giapponesi, un po’ ostici se non si conosce la lingua, ma come al solito le immagini abbattono tali barriere.

Ma cominciamo dal libro che è nato dalla collaborazione tra la Scuola Internazionale di Sàrmede e i meravigliosi artisti artisti coinvolti. Le otto fiabe proposte sono state adattate da Giusi Quarenghi, mentre gli artisti coinvolti sono Susumu Fujimoto,Kotimi, Junko Nakamura,Satoe Tone, Mara Cozzolino,Philip Giordano, Simone Rea e Valeria Petrone. Una particolare predilezione per Mara Cozzolino, compagna di numerose avventure, cominciando dallo scorso anno che l’hanno vista protagonista di una lunga personale qui in galleria. Quindi proprio approfittando della sua presenza a Sàrmede per un laboratorio ho colto l’occasione per rivederla, purtroppo per restituirle le sue bellissime incisioni e per prendere la mia copia del libro con tanto di autografo chiaramente. Artisti diversi che hanno interpretato secondo il loro stile le fiabe affidate loro e chiaramente con tecniche diversissime. La sera tornata a casa con il mio bottino tra le mani, ho già letto al mio bambino ancora in pancia tutte le 44 pagine con le storie che custodisce. Una bella descrizione è stata fatta sul blog Kira Kira, che vi linko!

Altra parte del bottino è stato il memory giapponese, serigrafato a due colori da Else edizionicon 12 mostri e spiriti giapponesi, illustrati questa volta da 6 artisti giapponesi Nana Furiya, Kotimi, Hitomi Murakami, Kiyo Tanaka, Kouki Tsuritani, Kumiko Yamamoto. Il pomeriggio seguente ho fatto la mia sessione di memory scoprendo le nature dei vari mostri e dei vari spiriti. Anche in questo caso vi lascio alla puntuale recensione da parte di Kira Kira!

L’ultima sezione della mostra è un tema di grande attualità che come ci ricordano gli stessi organizzatori purtroppo sempre più bambini sono costretti a vivere: Pianeta Migrante che tra l’altro è il titolo di libro francese (consigliato dai 12 anni) che tratta l’argomento anche attraverso l’ausilio dell’illustrazione. Molti i modi per parlare di un argomento spesso scomodo. Sicuramente la mia attenzione è stata subito attirata dalla proposta diFrancisca Yanez, incontrata anche in precedenza. Propone un’istallazione intitolata Da un paese senza nome, composta da un lato da passaporti che invece di riportare i soliti, freddi dati di un passaporto tipico riportano quelli che un bambino sogna e spera. Il tutto circondato da figurine di carta, tutte diverse che fanno parte anche dell’infanzia della stessa illustratrice.

Altra pubblicazione importante riguardo questo delicato tema è quello edito da Orecchio acerbo, dal titolo Dall’Atlante agli Appenni N.E. (dai 9 anni). Una trasposizione moderna dalla penna di Edmondo De Amicis, in cui l’autrice Maria Attanasio parte per parlare della tematica della ricerca di se stesso e della propria famiglia, di un ragazzo che affronta questa ricerca affannosa andando affrontando il profondo mare e l’ignoto.

La mia mattinata a Sàrmede finisce con Mara, ma prima di tornare a casa una nuova scoperta mi aspetta nella Marca trevigiana…al prossimo post

Una giornata con carattere

In un sonnecchiante venerdì santo, il luogo perfetto per fare una breve gita con la persona che ti sta accanto mi sembra un museo del tutto insolito e pieno di carattere (i).

A Cornuda, nell’affascinante scenario della marca trevigiana (anche se il tempo non ci ha concesso di ammirare il paesaggio primaverile), esiste un luogo di cui ho sentito molto parlare, la Tipoteca Italiana.


Una fondazione creata e finanziata dalle Grafiche Antiga, leader della stampa in Veneto. Fondato nel 1995,  è l’unico polo museale italiano di cultura tipografica, storia del carattere e del design.

Ma un museo anche nell’accezione più moderna, biblioteca, sede di workshop e di eventi legati al libro e al carattere, con un moderno auditorium. Coniuga la tradizione dell’arte della stampa a le più moderne tecnologie. Ma esempio di tradizione che continua è la scelta di recuperare l’antica foresteria del canapificio e l’attigua chiesa proprio per creare questo legame tra passato e presente.



La collezione si avvale di numerosi macchiari, recuperati da vecchie tipografie che hanno deciso,  piuttosto ha deciso la modernità , di lasciare spazio alle nuove tecnologie. Pensare a tutti quei caratteri creati, fusi e chiaramente utilizzati per giornali, locandine e molto altro…

La vocazione didattica del museo, in cui è assolutamente necessario capire il procedimento tecnico che è alla base. Macchinari davvero complessi che mi hanno fatto risuonare le parole di Luciano Ragozzino. La mancanza di una figura che sia in grado di mettere le mani proprio in tutto questo intricato sistema di caratteri, rondelle e tanto altro. Tra i giovani geni della grafica e del computer, nessuno si prenderebbe la briga di imparare un mestiere che se da un lato è in estinzione dall’altro si sta rinvigorendo di una nuova linfa di appassionati che potrebbero specializzarsi sempre di più in un’arte unica.



Il lungo e emozionante percorso che si arricchisce di visioni celestiali di caratteri incisi a mano o con la matrice di legno, per passare alla musica e alla sua grammatica particolare. Si arriva anche così alla zona destinata alle mostre temporanee in cui fino al 15 luglio è allestita la mostra Lo splendore di Venezia nell’arte incisa. Feste e divertimenti nella Serenissima. Un’esposizione a cura di Dario Succi con una bella selezione di incisioni che descrivono la Venezia del suo secolo per eccellenza nel turbinio delle feste, attraverso i valenti incisori come Michele Marieschi, il quale in veste di incisore è senza dubbio un maestro. La mostra si arricchisce anche di alcuni dettagli dell’abbigliamento femminile e servizi di porcellana che contribuiscono ad entrare nel turbinio di un’epoca fatta senza dubbio di grandi divertimenti.


La visita non poteva che terminare che con l’acquisto di un libro. Esattamente su un carattere… o meglio su colui che lo ha inventato… Bodoni, scritto da Giorgio Camuffo e pubblicato da Corraini Edizioni.


Questo carattere per me e mio marito è importante perchè è quello scelto per i nostri inviti…realizzati a caratteri mobili ovviamente.

Anche voi fornitevi di un buon carattere, è davvero essenziale direi e visitate questo museo in cui tecnica e arte si FONDONO!

Io assolutamente poco tecnica, immergermi in questi meccanismi cercando di cercare una differenza tra Monotype, Linotype, Typograph, Nebitype è a dir poco appassionante.

Io insomma una visitina ce la farei! E’ aperta da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, costo d’ingresso 5 euro intero, 4 ridotto e gratuito per i bambini al di sotto degli 8 anni… per entrare nel magnifico mondo della stampa!

Non chiamatelo solo illustratore 

È già passato un mese dall’avventura di Sarmede! Questo mese la mia destinazione sarà…Udine!

In realtà la prima tappa è stata Passariano di Codroipo nello splendido scenario di Villa Manin. Già vederla lì, così imponente dalla strada che le si pone davanti, vado indietro in quell’Ottocento dominato dalla figura di Napoleone Bonaparte e del famoso trattato di Campoformio o Campoformido. Insomma le premesse ci sono, in più bisogna aggiungere che la villa è ormai è un luogo in cui vengono ospitate importantissime mostre d’arte. È qui che fino al 19 marzo si svolge una mostra dedicata ad un artista che definirlo solo illustratore è riduttivo Sconfini di Lorenzo Mattotti. 

Classe 1954, e considerarlo solo un illustratore  non ci fa comprendere davvero la personalità e il quid artistico del nostro protagonista.

La sua lunga carriera iniziata negli anni ’70, continua in un crescendo di successi e collaborazioni.

La grande esposizione è davvero ricca di arte e spunti e sarebbe difficile riassumere tutto lo spettacolo visto nelle ore trascorse lì. Dallo Slancio iniziale, con una sezione che raccoglie per l’appunto l’arte della danza e del circo, in cui i corpi dei protagonisti sono ripresi in momento liberatore, si passa ai grandi progetti a cui Lorenzo Mattotti ha lavorato con editori stranieri.

Ad esempio la ghaphic novel “Caboto“del 2003. Un’opera storica, voluta su commissione dal’editore spagnolo Planeta in occasione del cinquecentenario della scoperta dell’America. Il protagonista è un mercante, esploratore, astronomo e cartografo della Serenissima, appunto Caboto. Le matite colorate e i pastelli si fondono in un tutt’uno e proprio i colori ci aiutano ad entrare nel pieno della narrazione e si alterna a fotocopie a colori di documenti storici. Il protagonista dell’opera è pieno padrone di se, mentre il narratore resta in ombra. Incontriamo così i primi riferimenti di Mattotti a pittori che lo ispirano e che in questo caso lo aiutano a portarlo nel pieno dell’epoca vissuta da Caboto. Perdersi nelle sfumature del colore nella struttura del racconto ed è un peccato che, da quanto mi risulta, uscito dal mercato italiano è stato solo recentemente riproposto come inserto da un importante quotidiano nazionale.

Il terzo incontro è con la psiche e la magia. In particolare è l’incontro poi espresso in disegno di uno degli autori che sono intervenuti nella formazione di Mattotti stesso, Henri Michaux. Poeta, scrittore, nonché pittore nella sua vasta produzione ha scritto il libro Passaggi, un libro che affronta tutti i generi e tutte le cifre stilistiche, un testo tosto per un adolescente ma che presuppuneva una via verso quell’arte che avrebbe saputo poi mettere quelle suggestioni nero su bianco. Nel catalogo troviamo anche un’altra spiegazione e legame con il poeta belga, la volontà e la ricerca di quei paesi immaginari il cui scopo è quello di proteggersi da una realtà estranea. Forse tutti noi ricerchiamo un posto in cui sentirti al sicuro e come sempre gli artisti sono coloro che hanno uno strumento in più. La capacità di renderli reali almeno sulla carta.I disegni esposti sono stati pubblicati sulla rivista Mano (1996 – 2011) pubblicazione pensata espressamente per il web (era il 1996) e si occupava di disegno e fumetto, potendo vantare importanti collaborazioni. Insomma con una linea sottile e continua, ma fatta anche di linee più ispide, Mattotti riesce a dare visione non solo a Michaux ma credo anche a se stesso.

Dialogano con queste opere caratterizzate da un tratto leggero, il tratto più corposo della serie Metamorfosi. Al centro Chimera, anche questo opera pubblicata da Coconino press nel 2011. Osservando le tavole ho sensazione che quel nero, proprio di tutta la superficie sia in costante movimento e il segno della china usata da Mattotti, sia un tratto fluido ed oscillante dal quale fuoriescono immagini che fanno parte di un bagaglio inesauribile di visioni dello stesso Mattotti. Già qui si vedrà l’illustratore e il pittore che nei grandi formati porterà a piena potenza proprio questo colore alla sua massima espressione. Riesce a variare il tratto in leggero e pesante e pesante e leggere intrappolando la nostra attenzione in un vortice di momenti diversissimi

Si passa così dal mondo dell’inconscio a quella della psiche…si va beh non ci distanziamo poi molto… ma questa volta le visioni di Mattotti diventano a colori. Il progetto è un libro che Einaudi nel 2010 propone al nostro. Quella di illustrare le opere di Freud che riunisce anche disturbi molto complessi della nostra psiche, un legame che sembra subito fecondo. Mattotti infatti riconosce subito nello stile di Freud ci sia molto del racconto, poter seguire lo psicanalista nelle sue scorribande letterarie che vanno a braccetto con le mappature della mente che distrugge e ricrea. Cosa ne ricava? Un immaginario straordinario che si nutre di Fellini, De Chirico, Carrà, Casorati, Bacon e i grilli di origine medievale. Ma attenzione ricondurre ad altri autori non è una caratteristica negativa ma vi capire la mente di una autore che come una spugna si ispira al meglio che vuol dire arte.

Ma l’arte così come la vita porta a continui incontri, e chi l’avrebbe detto che Edgar Allan Poe sarebbe stato il tramite per il rapporto tra un pittore e un musicista? Tutto nasce dall’opera di un altro autore, che ha dato il suo contributo all’epoca vittoriana lugubre e gotica, Robert Luis Stevenson con il suo più celebre romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. E Mattotti ne ha dato una sua versione con la graphic novel pubblicata nel 2002 ( e ristampata nel 2012) dal titolo Jekyll & Hyde, la sceneggiatura di Jerry Kramsky, una versione non passata certo inosservata se una leggenda della musica Lou Reed arriva a contattare Mattotti e organizzare un incontro a New York, avviando così una collaborazione. Reed del resto già appassionato a questo tipo di cultura gotica, aveva dedicato a Poe uno spettacolo, toccava procedere su quella strada. Non illustrazioni letterali ma la ricostruzioni di atmosfere cupe utilizzando tecniche diverse, non solo matite colorate e pastelli, ma anche pennino e inchiostro.  L’imagerie del nostro artista è ancora nutrita da grandi artisti che al fantastico e alla corrente simbolista.

Spesso le arti si fondono e gli spettacoli teatrali tratti da libri e favole si presentano al pubblico di tutte le età sotto diverse forme, così proprio per la messa in scena al Met di New York dell’opera Hänsel und Gretel, il New Yorker propone a Mattotti di reinterpretare questa celebre favola per i propri lettori. Per Mattotti rievoca ricordi del passato, in particolare il terrore che lo ha colto proprio da bambino. Un ricordo vivo nella sua testa e che la mano riesce a tradurre in incredibili immagini. Ancora la foresta, tra le ambientazioni più amate, ritorna con il contrasto del bianco e nero e con l’uso della china stesa a grandi pennellate che allontano il nostro artista dall’illustrazione più strettamente detta portandolo vicino alla pittura. La caratteristiche delle tele di notevoli dimensioni e l’allestimento danno la sensazione di trovarci al cospetto di una lanterna magica e noi al centro viviamo con trasporto la vicenda dei due fratellini.

Un percorso anche violento quello messo in mostra a Passariano, in cui l’autore non si risparmia dal raccontare la violenza e l’orrore dell’uomo e delle bestie. Ma in cui rimane fantastica la sua linea la sua concezione unica e il senso del colore. A questa violenza si alternano e vengono a sorreggerci figure celesti e angeliche. Proprio gli angeli protettori dei nostri passi… o almeno così dicono.

Ma ecco la sezione che mi ha fatto innamorare del suo stile. La serie degli amanti, nell’acqua o nelle stanze l’intimità che mi hanno sempre trasmesso. Nell’acqua come se si trattasse di una materia primigenia, un liquido che rende i corpi molli e pronti a vivere l’amore. Oppure nelle stanze nel momento della scoperta di quel mondo che è il nostro corpo. I colori, palette di tinte che in maniera netta segnano le superfici in cui sono adagiati questi corpi, pronti a ricevere e donare amore.

La mostra però ci fornisce altresì l’occasione per vedere un Mattotti sconosciuto, oltre i libri, oltre i manifesti! Un pittore vero e proprio che si ispira alle numerose suggestioni della sua ricca vita. Nella serie denominata “Ondulazioni” il viaggio del nostro artista in Patagonia è rielaborato durante il ritorno e una volta a casa dipinge a memoria pensando allo spazio come un grande spartito e movimentando lo spazio come il flusso stesso della musica. Anche i colori nei ricordi dell’artista diventano più ricchi e profondi, irreali ma magnetici consentendoci di vedere in lui autori dal forte colorismo.

La mostra si chiude con un Lorenzo spirituale a seguito di un viaggio a Bali. Qui l’incontro con la cultura ed i materiali (carta nepalese) portano l’autore ad usare colori incandescenti che come in uno specchio d’acqua si espandono su questo particolare foglio. I simboli personali si fondono con i simboli più universali di energia cosmica.

Una mostra da vedere!

Ci si trasferiamo così ad Udine, dove per nostra fortuna è stata inaugurata anche una mostra dedicata al Mattotti esordiente. La sede è Casa Cavazzini, in cui sono conservate le raccolte di arte moderna e contemporanea e fa parte dei musei comunali della città friulana. Un legame rinnovato con la città che è stata vissuta da Lorenzo Mattotti, quindi posto in cui ebbe la prima formazione. Una nota la merita l’allestimento, molto efficace. Oltre l’esposizione a parete si è scelto di proporre dei bei tavoli da studio grafico con tanto di comodi sgabelli in cui ammirare nel dettaglio i fogli protetti dal vetro.

Tra i primi lavori figura il fumetto Alice brum rum del 1977, in cui Alice passa dal Paese delle meraviglie all’autostop in uno stile da giovane hippy. La curiosità sta nella scelta del titolo che nella prima versione si chiamava La realtà è strabica. Giovane ventenne non poteva che essere evidente nella sua l’opera, le suggestioni tipiche dell’età la partecipazione ai concerti oppure gli altri eventi che si svolgevano in quello che era il suo mondo. Ma già si dimostra la sua sensibilità verso l’emarginazione sociale e le problematiche mentali. La sua narrazione si nutre altresì di quell’età fatta di ironia e di sprezzo che ritorna nella sua penna.

Questa mostra aperta fino al 4 giugno del 2017 è una tappa fondamentale del viaggio intorno al mondo di Mattotti.

 

C’è sempre tempo per scoprire le immagini della fantasia

Sul filo di lana sono arrivata! Ultime ora de Le immagini della fantasia che ha chiuso proprio gli ultimissimi giorni di un gennaio che mi è parso lunghissimo. La bella mostra che ha animato il borgo di Sàrmede per questo lungo periodo. Famiglie, scolaresche, insegnanti, illustratrici e tutti coloro che amano alla follia l’illustrazione si sono trovati in uno dei punti nevralgici di questa pratica che è sempre più seguita…ed io mi chiedo quando abbiamo perso in Italia questo legame.

Ma insomma i motivi sono sempre tanti per arrivare a Sàrmede, ma questa volta un motivo in più! A tenere un corso di due giorni Mara Cozzolino, si la nostra protagonista del mese di dicembre. Un modo per salutarci e per progettare nuove opportunità. Proprio osservando gli assorti partecipanti e beandomi nell’osservazione del rito di intagliare ma soprattutto la non banale scelta del colore. Comprendendo la mia assoluta incapacità di tracciare un segno, ma molto più probabilmente rischiare di tranciarmi un dito.

Ognuno ha i suoi talenti, a patto di trovarli, ma spesso mi accontento di vederlo applicato all’abilità di altri, che sia durante un corso oppure nella visione delle tavole originali.

Saluto Mara, con la promessa di ritrovarci con le nostre rispettive mezze metà per pranzo  e via alla scoperta di Sàrmede delle meraviglie.

La regola aura per me e mio marito è quella che in qualsiasi posto in cui conosciamo è quello di lasciare sempre qualcosa di non visto, che ci sproni di ritornare. Quindi prima della mostra degli illustratori un salto a conoscere Štĕpán  Zavřel più da vicino.

E’ proprio dove attualmente ha sede il municipio del comune di Sàrmede. Qui l’impronta del maestro ma anche delle persone che hanno voluto rendergli omaggio è visibile e dev’essere strano e forse rilassante lavorare tra tanti colori. All’ultimo piano dell’edificio ecco qui le svariate tavole che lo stesso Štĕpán ha realizzato, per libri che ancora sono pubblicati, ma non solo, porta propria la sua impronta. Infatti la Bohem Press è stata fondata da lui e da Otakar Bozejovsky! Una vita rocambolesca, quella di Zavřel che scappa dalla sua terra, la cecoslovacchia e arriva dopo esperienze professionali e formative, da Roma a Londra proprio nella frazione Rugolo di Sàrmede.

Le sue illustrazioni però non hanno mai rinunciato alle sue radici e avvicinarsi alle sue opere è fare un salto in un modo molto dissimile da quello delle fiabe russe. L’oriente fatto della preziosità dei colori e dalla luce profusa da essa si espande evanescente in tutto i fogli. Questo accade ancor di più quando lo splendore si accosta a quello di Venezia.

Diamo invece uno sguardo alla mostra della Casa della fantasia! Come ogni anno si sceglie un illustratore ospite e quest’anno tocca a Guido Scarabottolo. Quante volte ho scelto il libro in base alla copertina? e molte volte mi è capitato di sceglierlo proprio in base a quelle realizzate da lui. Credo parecchie visto che per molto tempo è stato art director per le edizioni Guanda, e le sue creazioni arrivano quindi anche nelle più importati riviste italiane e straniere. Ma è sempre bello poter vedere quei titoli che sono in libreria e che ho la possibilità di sfogliare e magari consigliare a qualcuno

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Passando al primo piano ecco che lo splendore si apre davanti ai miei occhi e rivedo ma anche conosco per la prima volta fantastici nuovi illustratori che non possono lasciare indifferente. Anche quest’anno accanto ad una bella rappresentanza italiana si accostano molteplici altri Paesi per un ventaglio di 30 artisti diversi.

Una delle mie tante contraddizioni consiste nel mio rapporto con la natura! Ho il polline di nero carbone, ogni volta che mi regalano una pianta parlo con la diretta interessata dicendole apertamente che se si arrangia bene altrimenti avrà vita breve, ma ecco che appena si aprono davanti a me erbari o simili mi incanto e resto a contemplarli. Pertanto come restare indifferente a Moi, Canard (Editions Cambourakis) l’opera illustrata da Fanny Dreyer e adattata da Ramona Badescu (non la nostrana Badescu). L’anatroccolo è quello che racconta prima di tutti Hans  Christian Andersen. Il piccolo anatroccolo è seguito dal momento in cui si schiude l’uovo e deve necessariamente cercare il proprio posto nel mondo. E vogliamo parlare del foglio in cui si trovano tutte quelle magnifiche specie? Una scoperta davvero emozionante.

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Simona Mulazzani invece firma le tavole che illustrano il libro Scrivila la guerra, con il testo di Luigi Dal Cin (Kite edizioni, libro nato in occasione del Centenario della Grande Guerra, su iniziativa della Fondazione Štěpán Zavřel di Sarmede e grazie al sostegno della Regione del Veneto). Una storia più attuale che mai e che serve a non perdere la memoria collettiva. Del resto noi stessi, e di conseguenza i ragazzi, vivono indifferenti quello che succede intorno a noi e quindi ancora di più serve un testo che ricordi. La storia è quella di un padre che ha avuto la fortuna di tornare dalla Grande Guerra e regala al figlio un quaderno in cui l’invita a raccontare a parole sue quello che ha vissuto di questo importante conflitto. Non un testo di fantasia ma basato su documenti di archivio, ricordandoci che la guerra è stata vissuta anche da tanti bambini, che avevano già gli strumenti per poter ricordare questo terribile avvenimentoimg_6337

Fuori dalla bidimensionalità della pagina dell’illustratore si collocano le istallazioni di Isabel Hojas, la prima tra le artiste cileni presenti in mostra. La sfida che l’artista si mette davanti non è semplice, illustrare la poesia, genere letterario già di difficile interpretazione. In più la faccenda s complica se il poeta prescelto, Nicanor Parra, definisce la sua opera Antipoesia ed è in più un’artista visuale. Il lavoro realizzato a stretto contatto con questa personalità forte e creativa è scaturito poi in una scelta materiale ben precisa, che si distanziano dal materiale tradizionalmente artistico e attingendo dalle minuterie e dai materiali trovati in ferramenta, la traccia della matita è stata invece sostituita dal fil di ferro che obbliga ad avere forme semplici e precise. La raccolta, pubblicata in Cile nel 2013, vede l’illustrazione con questo metodo di 20 poesie.

Dal Cile all’Italia e alla Francia, con l’illustratrice Tiziana Romanin e il testo di Didier Lévy il bel libro Franz, Dora e le petite file et sa poupée, pubblicato dall’editore francese Sarbacane. Sicuramente una storia poco nota, quella di un Franz Kafka che ormai si trova alla fine della loro vita, scoraggiato e non trovando più conforto nemmeno nella scrittura. Ma qualcosa cambia quando in un limpida giornata di sole, Franz con la compagna Dora passeggia per le strade quando sono colpiti dalla disperazione della piccola Ingrid che durante il gioco, nel parco, ha perso la sua bambola. Così Franz per porre fine alla sua disperazione inventa per lei una storia. La sua bambola è partita per un viaggio e da allora l’impegno di Kafka sarà quello di scrivere ogni giorno una lettera a Ingrid che racconta i mirabolanti viaggi che la bambola viaggiatrice ogni giorno compie.

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Il libro di Cristina Bellemo e Mariachiara Di Giorgio, pubblicato in Italia da Topipittori è partito dalla poesia, in particolare dal seguente passo scritto da Wislawa Szymborska  

“su alcuni grava l’obbligo di pagare le ali”

Il protagonista è il signor Guglielmo, che un giorno in giardino trova due ali, qualcosa di inaspettato! Nel tentativo di trovare il proprietario ma finisce per scoprire qualcosa di straordinario. Tutto questo è Due ali.

Altre illustrazioni altre storie! Ed è la volta delle illustrazioni che escono dal mondo più tradizionale dell’infanzia per arrivare a scoprire il mondo degli adulti. Come accostandosi alle tavole dell’artista cileno Claudio Romo che ha pubblicato per la casa editrice Logos, Viaggio nel fantasmagorico mondo di Apparitio Albinus. Le tavole ci fanno immergere nel mondo in cui creature misteriose, panorami straordinari, fatte di numerose ambientazioni diverse che non sono composti dal naturale immaginario. Un libro che, appare anche nelle motivazioni della scelta dei curatori, si pone a metà strada tra un bestiario medievale e il catalogo di curiosità di un eccentrico collezione del passato.

Di carattere scientifico invece il libro, edito da Topipittori, dal titolo Sei zampe poco più di Geena Forrest. Noi da Mirror la conosciamo di persona, e ancora non siamo riusciti ad averla! Ma intanto mi incanto a vedere i suoi insetti. Un libro nato dalle curiosità dei più piccoli verso le cose ancora più piccole. Lo ammetto io gli insetti se posso li evito, ma non nascono che presentano delle caratteristiche davvero uniche e affascinanti. I colori ad esempio, la forma dei corpi, la funzione che hanno le zampe o le antenne. Quindi perché non assecondare questa tendenza, della scoperta di esseri apparentemente senza uno scopo così da appassionare ad una materia non comune.

Si va in Spagna a conoscere Il sogno (titolo originale in spagnolo) del libro scritto da Antonio Ventura e Jésus Cisneros. Ci immergiamo quindi in una foresta dove il protagonista è un albero di betulla che si incanta nell’ascolto di un canto di un’uccello. Ma nella sua immobilità la betulla vive e si sposta grazie alle creature del bosco e al loro canto. Come l’illustratore stesso dice, è il rappresentare il canto la vera sfida, e lo fa basandosi su quegli artisti che hanno ricercato il suono in un dipinto. In particolare nel caso di Cisneros in Paul Klee!

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Il paese ospite quest’anno è il Cile e anche nella sezione Panorama il Cile ha trovato una buona rappresentanza.  Si parte dalla figura di Gabriela Mistral, poetessa e premio nobel per letteratura nel 1945 per arrivare alla figura di Luis Sepùlveda autore della celebre “Gabbianella e il gatto”, ma nel ricco panorama di questo paese così lontano e affascinante merita un posto il famoso Memory cileno, un gioco per conoscere i dodici animali caratteristici del Cile. Sono sei gli illustratori chiamati a illustrare due animali certo non molto europei, come il Lama (Guanaco), Balenottera azzurra (Ballena saul) oppure il Condor. Il gioco è stato realizzato da ELSE edizioni in collaborazione con Plop!Galería spazio di Santiago del Cile specializzato nella diffusione dell’illustrazione.

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Anche se gli spazi di Sàrmede si chiudono fino a questa estate, la mostra viaggia ed dal 12 febbraio la trovate a Monza!

Cieli di carta in blu e nero

Con la mostra Era una notte stellata,  Mirror si è trasformata in un bosco notturno e in cui aleggerà l’aria blu dell’artista. Protagoniste di una lunga esposizione, con le sue opere presenti fino a Natale, le sue ormai celebri incisioni realizzate con la tecnica Mokuhanga. La tecnica xilografia tradizionale giapponese, è oramai una tecnica che Mara conosce, approfondito e resa unica attraverso un lavoro fatto di lentezza e meticolosità.

I soggetti preferiti dell’artista sono boschi e cieli, rigorosamente stellati ,che portano lo spettatore nell’atmosfera notturna. Non sono boschi sconosciuti o minacciosi, ma un luogo che ci avvolge e ci protegge e in cui la nostra mente, come il nostro occhio, si possono lasciar andare.

Una notte stellata è l’inizio di una favola, è una promessa, è un desiderio espresso che si è realizzato…

Sotto un cielo di stelle eroi ed eroine si sono scambiati promesse importanti, patti d’amicizia e di mutuo soccorso.

Sotto il cielo, dominato dal lucente astro che espande la sua luce a tutto quello che è intorno arriva la tenerezza e la riflessione, di un tempo senza spazio e senza tempo.

Accostandosi ai suoi titoli sentiamo la musica, con le celebri ouverture che ci introducono, di volta in volta, al giorno e alla notte. Tra i rami frondosi degli alberi scorgiamo il cielo, puntellato di stelle. Non possono mancare le località giapponesi, soltanto i nomi ci riportano le sensazioni, i colori e addirittura i profumi: Ueno, Shinjuku , Tokyo, Himeji. Luoghi reali, in cui il cielo non è diverso da quello che potremmo vedere in una delle nostre città, ma sotto le loro fronde, sotto il loro rami, di giorno e di notte, la vita cambia. Invisibili spettatori ci scrutano, durante il nostro cammino, e ci accorgiamo della loro presenza quando li sentiamo scossi dal vento, quando i nostri piedi calpestano le foglie cadute o quando siamo sorpresi dal loro profumo e capiamo che la primavera e il suo tepore stanno arrivando.

Mara realizza la sua rapsodia in blu, in cui si fondono le culture italiane e giapponesi.

Ad un passo dalle rive di un lago, nel borgo di Avigliana, il contatto con i boschi è rielaborato attraverso la sensibilità dell’autrice che trasmette e riporta il suo mondo reale in queste opere in cui dimostra una tecnica attenta ma che non svilisce e non trascura la poesia  stessa dell’incisione.

Teresa F. Giffone

La mostra è aperta fino al 24 dicembre, le incisioni sono tutte in vendita e potrebbero essere un regalo unico ed originale per le persone speciali come anche per noi stessi.

Caffi, Fior e dulcis in fundo la botanica di Katie Scott

Prima ed ultima domenica del mese libera e si cerca di vedere quello che si è perso nei giorni clou di grandi eventi.

Quindi direzione Treviso per vedere alcune mostre, tra quelli ancora in corso, che rientrano tra le manifestazione del Treviso Comic Book Festival. In particolare non volevo perdermi due che adesso mi accingo a raccontarvi.

Prima tappa il Museo “Luigi Bailo” rinnovato museo civico trevigiano che ospita le collezioni d’arte contemporanea (…più che moderna) tra cui spicca l’importante raccolta di Arturo Martini. In occasione dell’edizione 2016 del TCBF intitolata Let’s Grow, al piano terra viene ospitata la mostra Da Caffi a Fior curata da Carlo Sala.

La mostra mette in relazione l’arte di Ippolito Caffi (1809 – 1866), artista che usa il colore, cifra stilistica storica per Venezia e che ben presto capisce la sua vocazione di vedutista e reporter. Un periodo storico, quello vissuto da Caffi, che si caratterizza per il patriottismo che spinse anche il nostro pittore a partecipare attivamente alle battaglie contro l’Austria. La cifra coloristica si avvicina a decenni di distanza, anzi più di 100 anni da un artista che si avvicina ad una cultura figurativa e coloristica fantastica, Manuel Fior, classe 1975 e studi di architettura alle spalle, oggi risiede a Parigi. Vite simili anche negli spostamenti, nelle avventure e nell’esigenza tutta settecentesca e ottocentesca di riprendere dal vero panorami, monumenti e sensazioni che ritornano successivamente in opere compiute.

I dipinti in mostra, della stessa collezione del museo di Treviso, di Ippolito Caffi sono Benedizione di PioIX dal Quirinale di notte del 1848, entrano in relazione con le tavole inedite che Fior sta realizzando per un progetto che rimane ancora segreto, in cui l’unica certezza è l’ambientazione veneziana Festa notturna  con fuochi e Notturno di San Giovanni e Paolo a Venezia entrano in relazione con le tavole originali de La Signorina Else tratta dalla novella del 1924 di Arthur Schnitzler e pubblicato da Coconino Press (2009) e Cinquemila chilometri al secondo, sempre pubblicato per la Coconino Press nel 2010. Ed infine il dipinti di Caffi dal titolo Ascensione in mongolfiera nella campagna romana del 1847 si accosta alle tavole originali de L’intervista pubblicato da Coconino Press nel 2013.

Vedere da vicino le tavole originali è sempre emozionante e come nel caso dei vecchi provini a contatto, si capiscono molte cose del processo creativo di un illustratore e dei cambiamenti o aggiunte che in corso di pubblicazione possono modificare qualche dettaglio.

La mostra è aperta fino al 23 ottobre 2016 durante gli orari di apertura dello stesso museo, compreso nel biglietto d’ingresso, quindi anche un buon motivo per vedere il resto delle collezioni.

Piccola passeggiata per Treviso per raggiungere la mostra allestita presso lo Spazio Paraggi, con l’illustrazione botanica dell’illustratrice inglese Katie Scott. Cosa mi affascina della natura, il fatto che io non riesco a capirla…e a coltivarla! Avere la pazienza di far crescere, accudendola giorno per giorno…beh io sono la classica persona che vorrebbe tutto subito e aspettare la stagione adatta per vedere i fiori e i frutto devo dire che non fa per me…anche se l’esperienza di Mirror mi ha costretto ad aspettare il tempo giusto e la maturazione dei suoi fiori…

Prima nota per lo spazio, un posto interessante, spazioso in cui le molte illustrazioni presenti davano proprio l’aria di uno spazio in cui la linfa e la clorofilla faceva respirare a pieni polmoni. I dettagli di ogni tavola, non solo botanica ma anche Animalium, in cui animali generalmente poco affascinanti assumono una connotazione decorativa e simpatica. In altri casi nelle classiche campane di vetro, degno dei più interessanti cabinet degli intellettuali e scienziati del passato, si creano micro mondi in cui la natura rigogliosa e affascinante non sembra soffocata dal vetro che gli limita lo spazio. Il suo ultimo libro, Botanicum è nato dalla collaborazione con il Kew Gardens di Londra e con molti dei loro botanici.Un lavoro di catalogazione che ha compreso 160 piante di interesse storico. Per il  momento il volume è pubblicato solo dalla casa editrice della stesso giardino botanico, ma speriamo in qualche editore italiano che voglia replicare questo gioiellino anche da noi. Vi consiglio inoltre questo articolo dedicato a Katie e non solo, realizzata da Il sole 24 ore che entra nelle ispirazioni dell’artista stessa…

 

 

Auto produrre: il bel mondo dei makers

Viviamo in mondo che crede di avere tutto, si sapere tutto e poter rispondere a qualsiasi esigenza. Da quelle primarie a quello che comunque se non d’importanza fondamentale però ci aiutano a vivere una vita piena. Il meraviglioso viaggio che ci è concesso di fare ci ha rese persone pensanti, con una sensibilità e tra i beni primari credo che la bellezza non sia davvero da trascurare.

Un bisogno che possiamo soddisfare attraverso tanti modi, il più banale è quello di comprarci un vestito, sentirci bene con noi stessi e apparire agli occhi degli altri curati e affascinanti. Ma io con i vestiti non ho mai avuto un buon rapporto e ho da sempre preferito regalarmi altro, ai tempi dell’università i soldi erano pochi ma una volta al mese un tuffo in libreria per un libro che non fosse di studio era necessario. Con il lavoro tutto è cambiato finalmente un po’ di soldi anche per me e i libri sempre sono rientrati tra le spese fisse, più necessarie di altre cose.

Da quando ho iniziato l’avventura di Mirror però ho conosciuto un altro lato, meno commerciale del fantasmagorico mondo dell’editoria. Quello delle autoproduzioni, ed a poco a poco eccoci qui ad incrementare a poco alla volta a questa piccola raccolta, che è però, almeno nel mio spazio, non viene capita completamente!

Non è solo per le autoproduzioni comunque!

L’editore tradizionale compie il lavoro del talent scout, scava tra le varie proposte quella perla che sarà capace di entrare in comunicazione con il pubblico e si spera far crescere le vendite. Da un autore e dal libro che scrive dipende anche la reputazione della casa editrice che potrà vantarsi di aver scovato una rarità!

Nel mondo delle autoproduzioni ovviamente questo passaggio non serve e si rischiano due effetti diversi: da un lato che il mercato sia intasato da prodotti scadenti che il più delle volte finisce per rendere invisibili prodotti di altissima qualità.

Non ho certo la presunzione di dirvi quello che è meraviglioso o meno, ma come ogni blog personale che si rispetti darò il mio giudizio che mi ha poi guidato dalle proposte che in galleria.

Quando ebbi la fatale idea di aprire questo posto…Mirror (ndr) ho pensato sin dall’inizio che una parte della libreria dovesse necessariamente comprendere questa fetta di mercato e ovviamente il web è la prima fonte di ricerca.

La mia prima scoperta sono stati i Red Boots Books di Nina Masina, piccole creaturine di carta e di filo, la nostra Nina infatti realizza queste piccole edizioni che rientrano nei Silent Books, quei libri che di silenzioso hanno solo l’assenza delle parole e tutto così è cominciato con Aria per poi passare a Nom de plume e i più recenti Souvenir e Corpo Celeste, in cui la sua autrice ed editrice ha scelto di inserire qualche parola quasi detta a mezz’aria.

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La mia seconda scoperta sono stati i ragazzi di Studio Pilar, un’associazione culturale di Roma i cui componenti stanno diventando i nuovi illustratori del panorama italiano che tutto il mondo comincia ad invidiarci e qui in Veneto anzi soprattutto a Vicenza se ne sono accorti…ma ancora quando qui in città ancora non avevano esposto, gli ho proposto di iniziare con me questa avventura e farli entrare tra i primi tra gli scaffali di Mirror. Conosciutissimi con la serie, arrivata alla terza raccolta, dei celebri cocktail tutti da raccontare ma in cui si possono sentire i gusti…guidano il lettore anche alla preparazione dei drink stessi. Alla serie che più amo di più, i segnalibri magnetici che riportano con lo stile dei singoli illustratori, i caratteri che hanno reso immortali tali personaggi non solo attraverso le loro opere, ma anche con la forza della loro immagine. Piccole massime accompagnano il lettore a non dimenticare la pagina… A queste due principali raccolti si aggiungono Suicide Pilar e Apartment.

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Nel cammino di Mirror altra auto produzione è quella nata dalla brillante Cristina Fiore e Andrea Penzo con My Butterfly Collection, quattro pubblicazioni che raccolgono le voci di Marta Celio, autrice di Autunno, Gated Community di Claudia Miotti, La stanza dei monumenti di Andrea Penzo e Zuccheri e carezze di Lara Tessaro

Che cos’è My Butterfly Collection? Quello che dice di essere, né più né meno. Una collezione di oggetti preziosi che come le farfalle hanno incarnato in sé un mutamento decisivo, dandole la capacità di volare, splendenti in colori e forme diverse.

La nostra collezione di taccuini ha lo scopo di diffondere degli oggetti che hanno un pensiero diverso, un modo di vita autonomo rispetto alle logiche dell’arte, da cui proveniamo, e del mercato editoriale. Interamente fatti a mano, tutti diversi tra loro, contengono racconti, poesie, frammenti inediti di autori discreti, a volte più a volte meno conosciuti, che propongono pensieri, riflessioni, visioni che per noi hanno un valore, un senso, una necessità.

Ad ogni testo si accompagna l’elaborazione visiva, in forma di foto, di Andrea Penzo, nata dalle suggestioni che i frammenti verbali hanno fatto nascere in lui. Poi la scelta delle carte, il segnalibro, il packaging.

Ogni elemento di My Butterfly Collection è un pezzo unico, proposto sotto vuoto. La filosofia di queste piccole edizioni viene declinata attraverso l’idea della solitudine del brano scelto (racconti lunghi, selezioni di poesie o frammenti di diario). Sono convinta che la battaglia della nostra epoca non sia tanto quella di far arrivare a destinazioni i nostri messaggi, ma piuttosto riuscire ad imprimerli nella mente, facendo risuonare il loro significato oltre la superficie di una rapida fruizione. Credo nella necessità che abbiamo di costruirci dei momenti di vuoto, di calma, di otium all’interno dei quali goderci le risonanze di scelte non casuali di parole, immagini, materiali rivolti al coinvolgimenti dei nostri sensi. Recepire un racconto incuneandolo nel flusso costante di informazioni provenienti dai social non è come sedersi sulla poltrona preferita, accendere la luce alle proprie spalle, invitare il gatto ad accoccolarsi sulle nostre gambe e svelare piano piano il segreto che le pagine nascondono. L’intenzione di My Butterfly Collection è quella di ridare vuoto al tempo in cui collocare un frammento di lettura. Un manufatto che è tutto questo, composto con cura ed entusiasmo, alla luce in penombra dell’impulso creativo.

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Le ultime arrivate nella sezione delle auto produzione è il bel mondo delle ragazze Cuciarén…esatto proprio cucchiaini! Self publishing, handmade e illustrazioni che ci accompagna negli stati d’animo con la serie di Feels 1 e 2, ma anche e un album di famiglia. Diciamoci la verità, in ogni famiglia esiste il tipo strano, ma questa raccolta racchiude una serie di tipi molto molto particolari e che si accosta ad una delle famiglie più amate…la stramba Famiglia Addams! Oltre a queste, che sono pubblicazioni in tiratura limitata, si accostano i magnifici libretti Leggere rende re e Frammenti. Da un lato l’importanza che ha la lettura, nello stimolare l’immaginazione e per rendere ogni individuo libero. Dall’altra una raccolta di frammenti dell’infanzia in cui il nostro piccolo mondo era il nostro universo e il luogo in cui fare qualsiasi cosa, sempre con l’aiuto dell’immaginazione.

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Concludo questa carrellata con una chicca che arriva direttamente da Barcellona! Lentejas Press, uno studio indipendente di stampa in Risografia! Dal 2013 lo spazio è un punto per illustratori e artisti in genere, in cui poter realizzare artigianalmente la propria idea. Le pubblicazioni che realizzano hanno per base un solo colore…

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Insomma tuffatevi nel mondo dell’autoproduzione e non rimarrete affatto delusi!

Riprende la scuola, ma non fatevi cogliere impreparati

Eh si puntuale come ogni anno, anche questo settembre suonerà la campanella! Lunedì 12 settembre per molti studenti ritornerà l’appuntamento più atteso e più temuto. Sapere come vivere la scuola non è affare da poco, da studenti la odiavamo ma un po’ la amavamo. Il nostro micro/macro mondo in cui i nostri interessi e le nostre paure vivono e prolificano, dove a volte si incontra il primo amore, dove si stringono patti di amicizia lunga e fedele con le amiche o amici che potrebbero essere i nostri punti cardine della vita da adulti.

Ma ovviamente lo sappiamo quando arriviamo ad un punto della nostra vita in cui i tre mesi di vacanza sono un sogno, in cui non abbiamo più il diritto di essere estremamente felici o infimamente tristi nel giro di qualche secondo e in cui da genitori ci rendiamo conto che i nostri figli rispondono alle nostre domande come noi rispondevamo ai nostri genitori e adesso dall’altra parte della barricata ci indispone.

Il ritorno a scuola è un cambiamento per tutta la famiglia, nuovi orari, nuovi libri, nuovi problemi che cambiano con l’età…

Come affrontare quindi il temuto rientro?

Vi suggerisco dei testi che potete trovare qui da Mirror e che per ogni età vi forniscono un nuovo punto di vista sulla faccenda scuola!

Come non citare Bruno Munari?! Per elencare tutto quello che questo creativo milanese ha realizzato dovrei dedicare un post solo a questo. Vi basta sapere che nella sua attività nel campo delle ARTI si è dedicato ad un numero stupefacente di progetti, spesso nati per i propri figli. Nel campo specifico della grafica editoriale si dedica dal 1929 al 1988 a ideare da manuali, libri artistici, poesie, libri per bambini e testi scolastici.

Ideato e pubblicato nel 1980 il bel libretto Disegnare il sole (edizione Corraini, euro 11.00), tra gli astri più presenti nei disegni dei nostri bambini, fornisce molteplici spunti su come realizzarlo alla luce anche dell’ambiente in cui viviamo e delle città, che spesso fanno da scenario in cui lo vediamo sorgere e tramontare. Il libro è consigliato con bambini dai 4 anni in su, ma è un gioco da fare a 4/6 mani, perché vi assicuro disegnare un sole è meno facile di quello che sembra…

Disegnare il sole

Disegnare il sole

Nel 1985 Bruno Munari mandava alle stampe un altro piccolo capolavoro I laboratori tattili ( edizione Corraini, 11.00). Se già all’epoca Munari si preoccupava del valore tattile della creazione, pensate ora nel boom del digitale come gran parte dei nostri figli/nipoti sono  abituati. Toccare non è roba da poco e conosco parecchie mamme che all’ansia di malattia o semplicemente della sporcizia impediscono all’infante l’esperienza tattile, fondamentale per la crescita! Forme, materiali, colori, temperature… elementi che aiutano  a distinguere e quindi a comunicare. Naturalmente in collaborazione con un adulto che non può sostituirsi al minore ma aiutarlo tecnicamente.. Anche in questo caso si consiglia dai 4 anni in su.

I laboratori tattili

I laboratori tattili

Ancora per la fascia dai 3 ai 4 anni vi consiglio un buon approccio al mondo dei numeri…ancora non molto chiaro nemmeno a me. Mai contare sui topi di Silvana D’Angelo e Luigi Raffaelli è un metodo efficace per far muovere il bambino nel mondo dei primi 10 numeri. Protagonisti 10 topini che arriveranno più che dimezzati al termine della storia, ma in cui si potranno vedere come sono costruiti i numeri inseriti nell’illustrazione divertente dell’intero libro. Pubblicato da Topipittori ha un costo di 13.00 euro.

Mai contare sui topi

Mai contare sui topi

Sbagliando s’impara – La matematica della vita è il libro di Loricangi pubblicato per Artebambini. Una frase o meglio massima, che ha fatto parte della mia vita sin dalle elementari. Da piccola alunna delle terribili suore del paesello cercavo di difendere una compagna affermando con tutta sicurezza “sbagliando s’impara”. Nei miei ricordi, forse contorti, credo di aver strappato alla terribile Suor Fiorina un piccolo accenno di sorriso…certo non si tratta di un legno di matematica applicata ma ribalta le regole facendo un calcolo emozionale sulla matematica vista dai più piccoli con la loro fantasia e senza gli schemi mentali e non che abbiamo invece noi. Euro 14.50

Sbalgliando s'impara - la matematica della vita

Sbalgliando s’impara – la matematica della vita

Per la collana (gli anni in tasca) GRAPHIC di Topipittori, vi presento il fumetto Il magnifico lavativo di Tuono pettinato. Il protagonista il bambino Andrea, che divide le sue giornate in molteplici attività che richiedono molta fantasia, il tutto mischiato con la vita reale composta da amici, parenti e la scuola. Dai 7 anni…

Il magnifico lavativo

Il magnifico lavativo

In una scuola per fortuna sempre più multiculturale è bello scoprire qualcosa di più sulle rispettive tradizioni e significato degli esotici nomi. Così Terre di mezzo editore propone ABC dei popoli scritto e illustrato da Liuna Virardi. Un libro consigliato per qualsiasi età, perché l’integrazione e la conoscenza non conosce età. Euro 12.90

ABC dei popoli

ABC dei popoli

L’ultimo suggerimento riguarda proprio noi adulti e come ricordiamo il fatidico Primo giorno di scuola. Illustrato da Oscar Sabini, Logos editore 14.00 euro, in italiano e inglese. Il libro ricorda sei ricordi di sei persone diverse del primo giorno di scuola, con la possibilità anche per noi che acquistiamo il libro di scrivere il nostro personale ricordo… un bel modo per fare un tuffo nel passato e forse capire meglio quello che provano i nostri ragazzi.

Primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola

Buon anno scolastico a tutti.